"Difendete la vostra libertà" L’appello di Ines, 100 anni Fu deportata dai nazisti

Ha festeggiato il secolo di vita incontrando anche il sindaco Secondi. Dice ai giovani: "Noi abbiamo toccato con mano cosa significa perdere tutto".

"Difendete la vostra libertà"  L’appello di Ines, 100 anni  Fu deportata dai nazisti

"Difendete la vostra libertà" L’appello di Ines, 100 anni Fu deportata dai nazisti

A pochi giorni dalla festa del 25 aprile ha compiuto 100 anni Ines Burattini, simbolo della Liberazione dal nazifascismo, che ai giovani dice: "Bisogna lottare nella vita, difendete a ogni costo la vostra libertà, è il bene più importante che abbiamo". La storia di Ines – 100 anni festeggiati il 16 aprile – è una delle tante che affiorano in questo 2023 caratterizzato a Città di Castello dai compleanni dei centenari. Con lei a oggi sono 20 gli ultracentenari che vivono a Città di Castello, 7 uomini e 13 donne. Nell’incontro di ieri con il sindaco, Ines Buttarini ha ricordato i terribili momenti vissuti all’epoca della Seconda guerra mondiale, quando nell’agosto del 1944 venne strappata dalla sua casa durante il rastrellamento della popolazione civile da parte dell’esercito tedesco in ritirata. Un’esperienza terribile, vissuta con la madre e la sorella.

"Noi abbiamo toccato con mano cosa significa perdere la propria libertà, rischiare la vita, la guerra è una cosa bruttissima, un errore che sembra impossibile venga ancora ripetuto dall’uomo", ha detto. Insieme al figlio Francesco Nocchi, funzionario del Comune tifernate, la nuova centenaria della città ha ripercorso le vicende della giovinezza, il timore dei soldati tedeschi "che facevano venire i brividi solo a sentirli parlare". I ricordi scorrono tra aneddoti della deportazione e delle esperienze vissute durante il conflitto mondiale, storie della propria famiglia e della propria vita lavorativa. "Ricordo ancora la notte che ci portarono via dalla casa di San Giustino, tra Bocca Trabaria e Valdimonte, l’irruzione in casa dei soldati tedeschi, che ci fecero uscire in pochi minuti. Portammo dietro pochi vestiti ed effetti personali", ha raccontato Ines. "Saremo stati un centinaio tutti a piedi, fummo trascinati verso Bocca Trabaria, con noi c’erano donne e bambini, un prete zoppo che faticava a tenere il passo. Un uomo di 92 anni provò a scappare tre volte, una mamma perse il suo bambino...". Nel comune di Sestino, la madre aiutò un ufficiale tedesco a liberare la camera da un’infestazione di cimici, così quando si creò l’occasione di scappare, lui non fece nulla per impedirlo. Si rifugiarono in una casa, dove restarono nascoste in una stanza segreta dietro un armadio fino a quando i tedeschi non lasciarono la zona. Poi tornarono a casa nel comune di San Giustino, attraverso i boschi, con l’aiuto di un pastore.