
La situazione alla diga di Montedoglio
Anche a seguito delle abbondanti piogge che hanno caratterizzato questi giorni le operazioni di collaudo della diga di Montedoglio stanno procedendo velocemente con la tracimazione della diga avvenuta nelle scorse ore che ha naturalmente coinciso col completo livello di riempimento. Giovedì 13 marzo l’acqua è infatti arrivata alla quota massima prevista di 393,60 metri sul livello del mare, pari a oltre 140 milioni di metri cubi, cioè il livello di sfioro. I video e le foto della ‘tracimazione’ diramate via social hanno restituito le immagini inedite del bacino idrico nella sua massima estensione, condizione sine qua non per completare l’iter di collaudo tecnico funzionale dopo le opere di ricostruzione seguite al crollo del 2010.
Le operazioni in corso nell’invaso e i conseguenti rilasci di acqua comunicati ieri mattina dall’Eaut (Ente Acque Umbre Toscane) hanno indotto l’amministrazione comunale di Città di Castello a diramare un’informativa rivolta alla cittadinanza, anche a seguito dell’allerta meteo diffusa dalla Regione.
Sono possibili dunque innalzamenti del livello idrometrico del fiume Tevere e in previsione di ciò sono stati attivati i pannelli digitali di allerta lungo il percorso ciclopedonale che costeggia il corso d’acqua, dove i cittadini sono invitati ad adottare comportamenti prudenti e responsabili. Il documento di allerta meteorologica diffuso dal centro funzionale della protezione civile della Regione, valido fino alla mezzanotte di domani 16 marzo, riporta un codice giallo (rischio ordinario) per criticità idraulica e temporali. In queste ore la situazione è monitorata costantemente da tecnici e volontari.
Tornando alle operazioni della diga di Montedoglio proseguono costantemente i rilievi: per portare a termine i collaudi sarà necessario mantenere il livello alto per altri dieci giorni, con l’acqua che tracima il muro per poi riversarsi nel canale di scolo. In programma i monitoraggi da parte dei membri della "Commissione di Collaudo" che valuteranno il comportamento delle opere che compongono lo sbarramento. Già in passato si era arrivati a questo punto, ma il tentativo di collaudo era fallito: era il dicembre 2010, quando durante l’ultimo passaggio di collaudo, si verificò il crollo della paratia del muro di sfioro.