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Beni per 170 mila - tra cui un immobile, un terreno, un’automobile e diversi titoli obbligazionari - sono stati sequestrati nelle ultime ore dalla guardia di finanza alla dipendente infedele dell’ospedale veterinario dell’Università, indagata con l’accusa di peculato per un ammanco di 220mila euro: soldi che sarebbero stati ’decurtati’ dai pagamenti effettuati per la cura di animali domestici.
Il provvedimento di sequestro preventivo ai fini della confisca, chiesto dalla procura di Perugia (pubblico ministero Gennaro Iannarone) è stato eseguito dai finanzieri della compagnia di Perugia – guidati dal capitano Roberta Schiavulli – all’esito delle indagini scattate dopo gli esposti presentati dallo stesso Ateneo che all’inizio avevano dato origine a due fascicoli. Ricostruiti circa tre anni di contabilità durante i quali la dipendente avrebbe prelevato il denaro approfittando della sua posizione di responsabile dello sportello unico dell’ospedale veterinario universitario didattico.
La vicenda dell’ammanco è venuta alla luce solo dopo controlli svolti dal servizio tesoreria dell’Università degli studi e, in particolare del Dipartimento guidato dal professor Fabrizio Rueca in seguito alla verifica dei bilanci parificati dei singoli dipartimenti, scattata per una nuova disposizione normativa che ha indotto i vertici a ricontrollare tutti i conteggi in maniera minuziosa. Inizialmente infatti dal riscontro contabile i denari sembravano realmente in cassa.
Dalle prime verifiche era emerso un ’buco’ di 220mila euro tra le fatture emesse e i soldi sul conto corrente dedicato: cifra poi confermata dagli accertamenti delle fiamme gialle.
Lo stesso rettore Maurizio Oliviero ha costituito una Commissione terza, interna però all’Ateneo, affinchè verifichi cosa è accaduto e se gli ammanchi si riferiscano solo al biennio 2018-2019 oppure se ci siano anomalie anche precedenti. Un’indagine amministrativa e disciplinare interna parallela a quella portata avanti dalla guardia di finanza.
Stando alla ricostruzione iniziale dello stesso Ateneo, riportata nella denuncia presentata in procura, la donna addetta allo sportello ticket avrebbe sottratto i soldi contanti via via senza versarli come avrebbe dovuto sul conto corrente dell’Ateneo.
In sostanza si tratterebbe delle visite a pagamento degli animali domestici effettuate di routine all’ospedale veterinario di via San Costanzo: quando il saldo avveniva in contanti all’utente veniva consegnata la ricevuta di pagamento ma il denaro poi scompariva. Dopo gli accertamenti, anche sui conti correnti dell’indagata, è scattato il sequestro preventivo, disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Perugia Valerio D’Andria.
Le indagini sono tuttora in corso per ricostruire se – come sembra – l’addetta accantonasse i soldi per poi versarli. Al momento, nel fascicolo, non risultano altre persone iscritte nel registro delle notizie di reato.
Erika Pontini