"Perugia ha bisogno di un Centro per i disturbi alimentari: questo è un problema serio su cui è necessario intervenire quanto prima". La sollecitazione è arrivata ieri da Marco Grignani, direttore del Distretto di salute mentale della Asl 1 di Perugia, durante un’audizione a Palazzo dei Priori per la discussione di un ordine del giorno presentato dai gruppi Anima Perugia e Pensa Perugia sulla sensibilizzazione e prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare. Grignani ha spiegato che al momento infatti i servizi sono diffusi su tutto il territorio dell’Usl Umbria 1 (Todi, Città della Pieve e Umbertide), ma non sono presenti a Perugia, dove opera solo un’associazione accreditata, ossia il Pellicano. E ciò per una realtà come il capoluogo rappresenta un problema".
Il direttore ha insistito molto sul fatto di ‘costruire una ‘rete’ complessiva sul disagio giovanile. "I disturbi alimentari hanno una loro specificità, ma il servizio non può restare scisso dal resto – ha sottolineato -. E’ necessario partire dalla prevenzione con le scuole, i pediatri di libera scelta e i medici di famiglia. Le prese in carico dei disturbi alimentari dei giovani tra i 15 e i 24 anni, quindi in carico ai Csm, nel periodo 2019/2023 sono aumentate del 100%, dunque pressoché raddoppiate, con una sofferenza a tutto tondo che, proprio per questo, deve rimanere nell’alveo complessivo del Dipartimento di salute mentale, con una specificazione all’interno della città". La proposta della maggioranza, in questo senso, intende impegnare la Giunta comunale a promuovere, in maniera diffusa a capillare, campagne di comunicazione istituzionale utilizzando tutti i canali, web e social e anche tramite informative nelle Afas) finalizzate a una maggiore diffusione della conoscenza del numero verde "SOS disturbi alimentari" 800 180 969 e ad ad avviare un confronto con le reti e gli enti socio sanitari per elaborare una mappatura delle strutture che forniscono servizi di ambulatorio, day hospital, ricovero ospedaliero e riabilitazione residenziale, al fine di migliorare l’assistenza, la prevenzione e cura dei disturbi sul territorio. E in effetti Francesca Pierotti psicologa presso il Centro di Palazzo Francisci di Todi e il Centro di Città della Pieve, ha parlato di "vera e propria epidemia sociale, con aumento sia qualitativo che quantitativo del disturbo soprattutto nella fase precoce di formazione dell’identità personale. Fondamentale in questo settore è la sensibilizzazione alla cittadinanza e la prevenzione, affinché sia possibile intercettare prima possibile le situazioni critiche". M.N.