
Don Alberto Bastoni in un’immagine del suo profilo facebook
Perugia, 3 giugno 2020 - Droga e immagini pedopornografiche. Due inchieste per un prete già finito nella bufera. Allontanato, ’curato’ e riabilitato. Ma don Alberto Bastoni, 56 anni, originario di Rimini e un pezzo di vita in Umbria – parroco a Collevalenza – ci è ricaduto. E, stavolta, sembra essere pure peggio dello scandalo che lo travolse nel 2012 quando prima fu fermato con la cocaina e poi indicato come avventore dei festini a luci rosse a base di droga. Curato al Nord e riammesso in prova dalla Diocesi di Ascolti Piceno su richiesta Superiore Generale della Congregazione dei Figli dell’Amore misericordioso a cui appartiene, era diventato vice parroco nella chiesa del Carmine. Ma, quando tutto sembrava fosse alle sue spalle, nei giorni scorsi il blitz dell’Arma l’ha incastrato. E’ stato fermato in abito talare e portato in caserma. Sembra che stesse partendo proprio per Città di Castello, come dimostrano i bagagli nella sua auto.
Il sacerdote è stato iscritto al registro degli indagati dalla magistratura ascolana per l’ipotesi di reato di detenzione e cessione di piccoli quantitativi di cocaina; da quella anconetana per detenzione, scambio di materiale pedopornografico, frequentazione di siti e chat di internet contenenti immagini e video di minorenni ritratti in atteggiamenti a sfondo sessuale. Accuse molto gravi, soprattutto alla luce del fatto che coinvolgono un uomo di chiesa al quale la Diocesi di Ascoli, ed il vescovo D’Ercole in particolare, aveva dato fiducia accogliendolo dopo la storiaccia di Collevalenza.
L’impianto accusatorio delle due Procure è fondato sul lavoro svolto dai carabinieri che, dopo averlo colto con una persona in circostanze equivoche, hanno sottoposto a perquisizione la sua abitazione. Un’indagine che ha consentito di acquisire elementi per accusarlo di aver acquistato sostanze stupefacenti, nel caso specifico cocaina, un po’ come nel 2012 in Umbria. La droga sarebbe stata per uso personale ma il sacerdote l’avrebbe anche ceduta in alcune occasioni a persone a titolo di regalia, in occasione di incontri. Feste alle quali, allo stato, non è comunque emerso partecipassero minorenni, né che questi randez-vous fossero caratterizzati da violenza o costrizioni di sorta. Si segnala piuttosto la presenza di soggetti equivoci e tra questi probabilmente anche la persona con la quale don Bastoni sarebbe stato trovato in un appartamento della vallata del Tronto.
Nel complesso non si parla comunque di grandi quantitativi di droga ma solo di alcune cessioni in occasione di conviviali con altri soggetti sulle cui posizioni sono in corso approfondimenti investigativi, così come si cerca chi gli ha venduto la droga. Ma c’è di più. Nei suoi computer è stato trovato materiale pedopornografico scaricato, a quanto emerge, da siti internet e riguardante immagini e video di minorenni anche a sfondo omosessuale. "Padre Bastoni era stato accolto in prova nella Diocesi di Ascoli – dichiarano dalla Diocesi – in conseguenza del lockdown, è caduto in una depressione maggiore unipolare che gli ha provocato un grave squilibrio mentale, umano e umorale che si è manifestato in comportamenti che hanno attirato una indagine da parte delle autorità competenti". Di lì la richiesta del vescovo di lasciare la Diocesi. E il ritorno in Umbria, nella sua Congregazione religiosa. © RIPRODUZIONE RISERVATA