
Una celebrazione ridotta quella della donazione della Santa Spina e della ostensione della reliquia, ma non per questo meno carica...
Una celebrazione ridotta quella della donazione della Santa Spina e della ostensione della reliquia, ma non per questo meno carica di significato e di amore per la storia e per la tradizione. A motivare il parziale cambio di programma l’incendio che ha devastato la Lucyplast di Pian d‘Assino, i cui fumi hanno interessato anche il territorio montonese, ma tant’è: lo spirito braccesco non teme avversità di sorta. Così ieri mattina, giorno di Pasquetta, nella Collegiata del borgo che ospita la reliquia si è tenuta la santa messa officiata da don Andrea Chortec (vicario del vescovo), celebrazione che accompagna la donazione dell’olio per la lampada che arde giorno e notte davanti alla Spina della Corona del Cristo. Ad offrirlo a nome della comunità montonese il sindaco Mirco Rinaldi, accompagnato dal conte Carlo Fortebracci (Alessandro Minestrini), colui che sei secoli fa donò al castello la reliquia avuta come compenso per i suoi servigi militari dalla Repubblica di Venezia, e dalla castellana Michela Camilloni. Quest’anno la festa ha avuto anche la cifra della gratitudine e del ricordo di due persone carissime ai montonesi, Francesco Formica e Walter Rossi, recentemente scomparsi. Il primo, maestro dei tamburi arietani, era stato premiato per i suoi 40 anni al servizio della festa, sempre alla testa dei suoi tamburini; il secondo, eccellente fotografo e documentarista della Donazione, ha impersonato per anni con grande carisma la figura di Carlo Fortebracci.
Pa.Ip.