di Lorenzo Muccioli
BELLARIA (Rimini)
Scende dalla macchina, la uccide sparandole con un revolver, poi torna nell’abitacolo dell’auto e si punta l’arma alla testa togliendosi la vita. Sembra essere questa, dalle prime ricostruzioni, la dinamica dell’omicidio-suicidio che si è consumato ieri intorno alle 16 a Bellaria in un piccolo parcheggio di via San Mauro, vicino all’Istituto ’Giordano’ e che vede coinvolto un pensionato originario di Castiglione del Lago.
Ai primi soccorritori, due passanti che hanno dato l’allarme, facendo accorrere sul posto ambulanze del 118, carabinieri e polizia locale, si è parata davanti una scena macabra. Due macchine parcheggiate una di fianco all’altra. Dentro una Fiat Panda azzurra, la portiera spalancata sul lato del guidatore, il cadavere di Oriana Brunelli, 70 anni, di San Mauro, una gamba a bordo della vettura e il resto del corpo fuori. E lì a fianco, in una vecchia Renault Twingo, seduto sul posto del passeggero, il corpo di Vittorio Capuccini, un ex vigile in pensione di 82 anni, anche lui sammaurese ma originario del Trasimeno, della frazione di San Fautucchio. Il pensionato era ancora molto legato alla sua terra, tanto che era attivo sui social, scriveva spesso su un gruppo di Castiglione del Lago, postando frasi nostalgiche e vecchie fotografie.
Le indagini sono ancora in corso e tutte le ipotesi sono al vaglio degli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, ma fino a ieri sera il quadro più plausibile pareva essere quello di un omicidio-suicidio. Per stabilire con precisione il movente gli investigatori dovranno prima di tutto far luce sul legame tra l’82enne e quella donna di 12 anni più giovane. Entrambi erano sposati, avevano figli e nipoti e conducevano vite separate, ma stando a quanto è emerso finora avrebbero intrattenuto in passato una relazione extraconiugale, che sarebbe andata avanti per un po’. Quel che certo è che si conoscevano bene e che ieri pomeriggio avevano deciso di incontrarsi in quel parcheggio di Bellaria. Forse un appuntamento o forse un incontro chiarificatore. Difficile ancora dire cosa sia successo una volta che entrambi sono arrivati sul posto a Bellaria. Agli investigatori ora il compito di stabilire se Cappuccini abbia agito di impulso, accecato di rabbia, oppure al termine di una lite o spinto dalle parole della donna, forse intenzionata a mettere fine a quel rapporto. Alcuni testimoni, già sentiti dai carabinieri di Bellaria, avrebbero riferito di averli visti discutere in maniera animata. Forse in un primo momento l’uomo e la donna si sono scambiati delle frasi restando in auto, attraverso i finestrini abbassati. Poi Capuccini è sceso, avrebbe aperto la portiera della Panda e sparato contro la donna, per poi tornare in auto e togliersi la vita. Tra le prime persone ad accorrere sul posto un’infermiera: passava di lì a piedi e ha provato inutilmente a rianimare la donna. Il magistrato ha già disposto l’autopsia su entrambi i corpi. Già nelle prossime ore saranno ascoltati i familiari dei due. Si scaverà nel loro passato per capire fino a che punto fosse profonda la loro amicizia e ricostruire i giorni e le ore che hanno preceduto l’omicidio-suicidio, anche attraverso l’analisi di eventuali messaggi che potrebbero essersi scambiati.