L’Umbria non è una regione per donne. A detta dell’Istat è la seconda regione italiana, dopo il Piemonte e prima della Sicilia, per percentuale di donne tra 15 e 70 anni che hanno subito almeno una molestia (di qualsiasi tipo) sul posto di lavoro nel corso della vita. Peggio ancora se parliamo di soprusi per strada o in ambito domestico, dunque non compiuti tra le scrivanie: qui dominiamo la classifica nazionale (fonte, rapporto Istat “Le molestie: vittime e contesto”, 2022-2023). Dati che fanno sobbalzare sulla sedia e che fanno riflettere. Molti enti sono corsi ai ripari.
"Il fenomeno delle molestie, di qualsiasi tipo esse siano, – osserva il presidente della Camera di Commercio, Giorgio Mencaroni- purtroppo vede l’Umbria non posizionata bene a livello nazionale nel rapporto dell’Istat, con cifre più alte della media, anche se si evidenzia un netto miglioramento della situazione, in Italia come anche nella nostra regione. Vorrei centrare l’attenzione proprio su questo miglioramento, che dimostra come l’azione di sensibilizzazione tra le imprese e i lavoratori portata avanti dalle forze economiche e sociali, tra cui la Camera di Commercio dell’Umbria, sia stata e sia molto utile. L’Ente camerale è impegnato nella battaglia di sensibilizzazione contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro, che si vince con la formazione di imprenditori e lavoratori, su cui siamo molto attivi. Si tratta di un tema che ci sta a cuore, come emerso anche pochi giorni fa con il Laboratorio ‘Parole oltre...gli stereotipi e la discriminazione’, che abbiamo organizzato in collaborazione con il Comitato per l’imprenditoria femminile e il Comitato unico di garanzia. Un evento a cui hanno partecipato, oltre ad imprenditrici ed imprenditori, anche una rappresentanza di dipendenti dell’Ente. Ciò si inserisce nel contesto di un impegno costante di sensibilizzazione e formazione, che avrà a breve ulteriori, importanti momenti, per aiutare a compiere ulteriori passi avanti su un tema che riguarda il rispetto della dignità delle persone e la qualità del contesto economico-sociale, senza la quale non c’è sviluppo".
Silvia Angelici