REDAZIONE UMBRIA

Droga, alcol e giovani

Il questore non si nasconde: "E’ la prima emergenza di Perugia"

"L’abuso di droga e alcol tra giovani è la prima criticità a Perugia, non ce ne sono di più grandi. E l’aspetto più pericoloso è che lo sballo si è sdoganato: drogarsi è diventato normale, banale. La vicenda dei ragazzini di Terni mi ha colpito in un modo terribile: è sconvolgente la semplicità con cui hanno avuto la possibilità di uccidersi". Antonio Sbordone, questore di Perugia, entra nel cuore del fenomeno. Lo fa prendendo parte al Forum de ’La Nazione’ su ’Droga, alcol e giovani’ con il vicesindaco Gianluca Tuteri, il responsabile della Comunità Incontro, Giampaolo Nicolasi e la psicoterapeuta Tania Fontanella. Secondo Sbordone "serve non dimenticare" ciò che ha accaduto ai due ragazzini morti per una probabile overdose di metadone. "Useremo la linea dura: mi sono assunto l’impegno di combattere il fenomeno, non solo organizzando servizi di polizia (che saranno potenziati di notte), ma aiutando per fare prevenzione".

"Le parole del questore ci servono per andare avanti", gli fa eco Tuteri: dall’incontro post-lockdown potrebbe nascere una collaborazione reale Comune-polizia. "Da pediatra era frustrante vedere le sofferenze di ragazzi e famiglie senza poter fare nulla. Sentire ragazzine di 15 anni prendere 6 shottini e fumarsi le canne per riuscire a parlare con il fidanzato. Come scienziati eravamo inascoltati: ora posso fare qualcosa di concreto. L’Istat ci dice che le prime tre cause di morte tra i giovani sono l’abuso di sostanze, gli incidenti e il suicidio. Grida vendetta lasciar morire i nostri giovani per cose che potremmo prevenire. Ai miei pazienti chiedo sempre tre cose: sport, scuola, socializzazione. Se non vanno bene c’è devianza". Tuteri annuncia che l’assessore regionale alla sanità ha finanziato un’indagine su i giovani umbri attraverso le scuole per intercettare il disagio. Da un’analisi a livello nazionale, era emerso che il disagio è presente nel 30% dei giovani. "Occorre intercettare i ragazzi prima che, partendo dalle scuole e dagli ospedali, prima che arrivino ai Serd perché altrimenti i numeri di dipendenze anche a 12 anni andranno progressivamente aumentando". Secondo il questore non c’è nemmeno "sufficiente attenzione sul pericolo che viene dall’uso e dall’abuso di alcol e droga. Non se ne rendono conto gli esercenti (che vendono alcol ai minori, ndr), i ragazzini e nemmeno le famiglie. Bisogna essere netti sul fatto che la droga fa male – dice –. Non è come bere una Coca-cola e assistiamo sempre più ad un uso intergenerazionale: cocaina e eroina sono per i giovani, insieme a una serie di ’schifezze’, ma dal rappresentante di una comunità importante vorrei sapere cosa pensa – aggiunge Sbordone – e quanti ragazzi si salvano".

"Il 90 per cento dopo un percorso completo di 30 mesi", spiega Nicolasi che promette l’impegno delle sue unità di strada nelle piazze dello spaccio perugino. Piazza invase da "un plotone di stranieri". "Una buona volta bisognerà pur dire, senza voler passare da razzisti o superando una serie di steccati ideologici, che c’è un esercito di spacciatori che viene da Paesi stranieri – aggiunge Sbordone –. Sono l’80%. Non voglio criminalizzare o generalizzare: la stragrande maggioranza degli immigrati sono bravi ragazzi. Ma come questore come faccio a tacere sul fatto che lo spaccio di cocaina sta in mano agli albanesi? Che hashish , marijuana ed eroina è in mano ai magrebini, che i nigeriani si occupano di certe tipi di droghe? E’ un tema che va affrontato: c’è chi si arricchisce e ha a disposizione un esercito di persone senza speranza. La legislazione non è adeguata, mancano regole amministrative e siamo costretti a tenerceli qui: i rimpatri sono diventati quasi impossibili. Gli arresti anche (a causa della modifica sulla modica quantità, ndr). I Centri per l’identificazione sono pochissimi e sempre più contestati. Accanto alla prevenzione dovremmo avere la possibilità di liberarci di persone che fanno del male".

Erika Pontini