Emergenza volpi a Monte Tezio . Strage di fagiani in un allevamento

L’animale selvatico ha ucciso oltre cento volatili. "Danni ingenti anche in alcuni pollai. Non andiamo avanti". Intanto dopo la mobilitazione Coldiretti sul fenomeno dei cinghiali, la Regione adotta il Piano di contenimento .

Emergenza volpi a Monte Tezio . Strage di fagiani in un allevamento

Emergenza volpi a Monte Tezio . Strage di fagiani in un allevamento

Gli animali selvatici che, come denunciato dalle confederazioni agricole, proliferano nelle campagne umbre senza alcun controllo, stanno rendendo la vita impossibile anche agli allevatori di volatili e animali da cortile. E’ il caso di un gruppo di imprenditori di Monte Tezio. La notte scorsa alcune volpi sono entrate in un allevamento di fagiani (tranciando con i denti la recinsione metallica) e hanno fatto strage dei volatili. "Me ne hanno ammazzati più di un centinaio – si sfoga Luciano Rugini - E non è la prima volta. Considerato che ogni capo ha un costo che varia da 15 a 20 euro, potete quantificare l’entità del danno che ho subìto". Ma quello che è successo nell’azienda di Rugini non è un fatto isolato. Volpi e Faine si sono introdotte anche nei pollai, uccidendo diversi capi. "Chiediamo provvedimenti e piani di contenimento - dicono gli allevatori - perché così non si va avanti".

Intanto soddisfazione viene espressa dalla Coldiretti Umbria, dopo le dichiarazioni degli assessori regionali all’agricoltura e alla sanità, Roberto Morroni e Luca Coletto, che preannunciano l’adozione a giorni del nuovo Piano straordinario di contenimento per i cinghiali da parte della Giunta. "Un impegno su un atto fondamentale - spiega Coldiretti - che cade a poche ore dalla grande mobilitazione dell’organizzazione con migliaia di agricoltori in piazza, per chiedere risposte celeri sulla piaga della proliferazione incontrollata degli ungulati, che distruggono le coltivazioni e danneggiano l’ambiente. Un Piano che, come sottolineato dagli assessori - aggiunge Coldiretti - potrà prevenire anche l’ingresso e la diffusione della PSA, pure con l’estensione del periodo di caccia in battuta fino al 28 febbraio. Ai danni alle coltivazioni infatti - ricordano gli agricoltori - si è aggiunto nei mesi scorsi l’allarme della peste suina africana, che seppur non trasmissibile all’uomo, i cinghiali rischiano di diffondere nelle campagne, mettendo in pericolo gli allevamenti suinicoli del nostro territorio. Bene quindi l’impegno dell’amministrazione regionale per dar subito seguito a quanto annunciato nel corso della nostra manifestazione “Basta cinghiali”, ovvero misure straordinarie che tutelino il lavoro e i redditi delle imprese, così come la pubblica sicurezza. Si tratta infatti, come più volte denunciato - conclude Coldiretti - di una questione che riguarda campagna e città, agricoltori ma anche cittadini che vogliono contenere un pericolo per i campi e per le strade, ma anche la salvaguardia della suinicoltura e del suo importante indotto".

Silvia Angelici