Un dolore raccolto, sotto un cielo plumbeo d’inverno, per l’ultimo saluto a Gabriele Marsili. È una comunità segnata dal dolore quella che ieri, almeno idealmente, si è raccolta intorno alla famiglia del giovane operaio di Piegaro morto a seguito di una violenta esplosione avvenuta nella palazzina dove viveva con i genitori e i fratelli, nella piccola frazione di Vocabolo San Fortunato. Una manciata di abitazioni dove tutti si conoscono e sentono ancora intatto il senso di appartenenza ad una comunità.
A causa delle stringenti normative anti Covid, non tutti hanno potuto prendere parte al rito funebre che è stato celebrato lunedì alle 15 nella parrocchia di Cibottola da don Claudio Schioppa. Una giornata segnata dallo strazio di chi amava e conosceva Gabriele.
"Era una persona molto attiva nella comunità dal punto di vista sociale, come era noto il suo impegno nell’associazione San Bartolomeo di Cibottola ed in generale nell’associazionismo locale", ricorda, ancora commosso, il parroco. E così tutti lo descrivono nel piccolo borgo di Cibottola, ancora sconvolto e ferito da quanto accaduto nella mattina del 23 dicembre, all’antivigilia di Natale.
Un boato pazzesco, quello provocato da una perdita di gas non individuata che aveva già saturato il solaio areato sotto ai suoi piedi.
Forse l’accensione di un presepe, l’innesco che avrebbe provocato l’esplosione, talmente forte da far arrivare il pavimento fino al soffitto, per poi ricadere a terra, nella stanza dove si trovava il 44enne. Parenti ed amici hanno scavato a mani nude fra detriti e polvere nella speranza di trovarlo di ancora vivo, ma il suo corpo era già esanime.
Il pubblico ministero Gianpaolo Mocetti, non ha ritenuto necessario far svolgere l’esame autoptico sul corpo di Gabriele e nella giornata di sabato aveva già dato il nulla osta per la restituzione della salma ai familiari per le esequie che sono state celebrate ieri pomeriggio, nel rispetto delle regole dettate dalla pandemia in corso. Non sono comunque mancati segni tangibili di vicinanza ed affetto ad una famiglia provata dal dolore, e già nell’immediato il sindaco di Piegaro, Roberto Ferricelli, insieme ad un cugino di Gabriele, si era attivato per trovare un nuovo alloggio per i genitori e i due fratelli Marco e Roberto. La loro abitazione ai piedi del borgo è stata infatti dichiarata inagibile ed ora sono in attesa di risposte che arriveranno solo con le indagini, tutt’ora in corso.
V. Scarponi