SARA MINCIARONI
Cronaca

"Eurospin, criticità non ancora risolte". I sindacati tornano di nuovo alla carica

"Ignorate le istanze dei lavoratori che operano in condizioni di forte stress. E resta il nodo pulizie"

La manifestazione promossa nell’ambito dello sciopero del 2022

La manifestazione promossa nell’ambito dello sciopero del 2022

Dopo l’incontro con i rappresentanti Eurospin Tirrenica, che si è svolto a febbraio, le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil tornano a denunciare la "persistente situazione di criticità" all’interno dei punti vendita dell’azienda. "Nonostante lo sciopero proclamato ad agosto 2022 per le stesse problematiche, nulla è cambiato. Le criticità continuano a ripetersi, con un impatto negativo sulla qualità del lavoro e sul benessere dei lavoratori".

"Una delle principali problematiche sollevate – spiegano Filcams, Fisascat e Uiltucs – riguarda la gestione delle pulizie. In particolare, segnaliamo che le pulizie dei bagni e dei parcheggi non sono di competenza dei lavoratori, come già denunciato nel 2022; inoltre, per svolgere questi compiti sono necessarie competenze specifiche e l’uso di indumenti e prodotti adeguati; infine, rileviamo che tale compito non è previsto per i dipendenti impiegati negli uffici, creando disparità tra le diverse categorie di lavoratori e sollevando preoccupazioni relative a equità e trattamento uniforme all’interno dell’organizzazione".

"L’azienda poi – aggiungono i sindacati – continua a ignorare le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori che si trovano a operare in condizioni di forte stress: la produttività e la velocità richiesta per l’esecuzione delle mansioni sono diventate priorità aziendali, tagliando le ore a disposizione a discapito della qualità del lavoro e delle condizioni di salute e sicurezza dei dipendenti".

Le organizzazioni sindacali riportano anche criticità rispetto a trasparenza e assegnazione dei livelli: "Abbiamo saputo di disparità nell’assegnazione dei livelli, in particolare per quanto riguarda i repartisti ortofrutta e i capo negozi. Da quanto riportano le lavoratrici e i lavoratori, infatti, sembrerebbe che queste decisioni siano basate sul fatturato piuttosto che su criteri legati alla mansione. Particolarmente grave l’atteggiamento unilaterale dell’azienda, che dimostra come questa non abbia intenzione di intrattenere rapporti sindacali trasparenti".

Alla luce di tutto ciò, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil chiedono pertanto "con forza all’azienda, terza in Umbria per fatturato e utile netto, di prendersi la responsabilità di tutelare la salute, la sicurezza e i diritti dei propri lavoratori. Il benessere e la dignità dei dipendenti non possono e non devono essere sacrificati in nome del fatturato e del profitto".