
L’ex carcere maschile di piazza Partigiani è ancora in attesa di un progetto di riqualificazione Italia Nostra in pressing
PERUGIA – Ex carceri maschili quale futuro? Italia Nostra richiama la vicenda ora in penombra però mai chiusa del contenitore di Piazza Partigiani, intrapresa dalla precedente amministrazione, e chiede alla sindaca Vittoria Ferdinandi di rassicurare circa lo stato di avanzamento dei progetti. "Il timore - incalza l’associazione - rimane che trasformare l’ex Carcere in uffici della Cittadella Giudiziaria significhi demolire in tutto o in parte l’edificio storico poiché palesemente non adatto a questa nuova funzione. Altra pecca inemendabile è che l’acropoli verrebbe deprivata di tale importante presenza. Nonostante formale richiesta di accesso atti, Italia Nostra finora non ha potuto vedere nessun disegno di progetto; da anni si tengono incontri istituzionali riservati, circolano voci e nomi di architetti incaricati: si parla di soluzioni interrate che non dovrebbero toccare la struttura storica".
"Ci pare molto difficile se non impossibile. L’Ex carcere maschile - prosegue Italia Nostra - è un edificio di tipica architettura carceraria di fine ottocento realizzato a bracci convergenti alti e stretti, con torrino centrale di controllo visivo; una tipologia carceraria diffusa nel mondo il cui progetto Perugia condivide con Sassari e Genova; una tipologia in molte parti del mondo utilmente trasformata, lasciandola integra, in ricettivo o spazi espositivi. Anche a Perugia aprire l’ex carcere alla vita di quartiere e del centro storico sarebbe validissimo passo in avanti: al contrario suona sinistro e di pessimo valore simbolico trasformare un luogo di sofferenza, il carcere, in uffici della Giustizia". A detta degli ambientalisti se è vero che gli uffici giudiziari sono ora dispersi e ristretti, c’è da considerare che nella stessa acropoli sussistono diversi edifici adatti ora vuoti o sottoutilizzati (in larga parte pubblici) che potrebbero utilmente essere ricondotti alla funzione giudiziaria, senza traumi.
Silvia Angelici