"Che fine ha fatto il processo di bonifica?". Sono passati quasi trent’anni dalla chiusura della ex Sai di Passignano. Quello che rimane della gloriosa esperienza industriale sono ruderi in una vasta area in riva al lago. Tredici ettari di superficie con vista sul Trasimeno con all’interno 215 mila metri cubi di capannoni ormai sventrati dal tempo e dagli interventi di rimozione delle coperture in eternit. Oggi a presentare un’interrogazione alla Giunta regionale per comprendere la situazione di bonifica dell’area è il consigliere Thomas De Luca (M5S), che spiega "la vicenda dell’ex Sai è l’emblema di come, anche di fronte alla bellezza incantevole del Lago, l’inerzia del pubblico e del privato può trasformare ciò che era lustro in degrado".
De Luca chiede "a che punto di avanzamento sono i progetti che nel corso degli anni sono stati presentati dalle amministrazioni e soprattutto a che punto sia la caratterizzazione ambientale e l’analisi di rischio". Perché dalla scheda presente nel Piano regionale delle aree A2, siti "a forte presunzione di contaminazione". L’area attualmente è di proprietà dell’azienda Michelangelo Costruzioni S.r.l. che nel 2019 aveva annunciato un nuovo progetto per il ripensamento dell’area. Adesso il consigliere pentastellato chiama la Regione a rispondere su tre quesiti: "Lo stato di avanzamento della caratterizzazione dei suoli e dei rifiuti in base al documento stilato dalla Regione; quali siano i risultati dei dati relativi alla contaminazione sino ad ora emersi; a che punto sia il progetto di riqualificazione della stessa area, anche in base ai progetti presentati sino ad oggi". Ma per arrivare fino ad oggi bisogna ripercorrere una storia fatta di un protocollo d’intesa tra il Comune, il costruttore, la Provincia e la Regione poi fallito; di un primo progetto del 2007 (da 192 mila metri cubi) adottato in consiglio comunale poi bocciato dalla Provincia; di un secondo progetto del 2009 (da 172 mila metri cubi) bocciato dalla Regione in sede di conferenza di servizi; e di un terzo progetto del 2012 (152 mila metri cubi) approvato all’unanimità in consiglio comunale, dalla Soprintendenza e dalla Asl ora in fase di passaggio tra Provincia e Regione.
A fine 2013 la Regione ha stilato il "piano di caratterizzazione dell’area ex Sai" che consiste nell’analisi del sottosuolo e delle acque al fine di individuare le idonee strategie di bonifica per un’area che data l’attività che vi è stata svolta è ad alto rischio inquinamento. Da allora la Michelangelo costruzioni ha chiesto più proroghe per l’attuazione del Piano. Fino al 2020, anno della pandemia.
Sara Minciaroni