REDAZIONE UMBRIA

Fallimentare, "processo per undici"

La procura di Firenze chiede il rinvio a giudizio per il giudice Rana, commercialisti e avvocati

Due mesi dopo la procura di Firenze tira dritta per la sua strada e, nell’indagine per corruzione sulla ’Fallimentare’ di Perugia chiede il rinvio a giudizio per undici persone tra commercialisti, avvocati e un giudice. La notizia è rimbalzata in città dopo la comunicazione da parte della procura fiorentina all’Ordine dei commercialisti. Con una nota ufficiale a firma del procuratore aggiunto Luca Turco in cui si informava di aver chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di alcuni iscritti. Al momento agli indagati non è ancora stata notificata la fissazione dell’udienza preliminare.

Corruzione per l’esercizio della funzione in concorso, abuso d’ufficio e falso, le ipotesi di reato. In particolare la procura ritiene che Umberto Rana, già presidente della Sezione fallimentare del tribunale di Perugia, il giudice eroe che salvò la collega da un’aggressione in ufficio, avrebbe creato una sorta di ’rete’ per assegnare ai consulenti-amici le curatele.

L’incipit dell’indagine – è emerso dalle carte giudiziarie – avvenne inizialmente attraverso l’invio di esposti anonimi recapitati a Firenze (e non solo contro Rana). Sarà poi la relazione di servizio da parte di due sostituti della procura di Perugia a dare impulso alle indagini. Ai pm due commercialisti Massimo e Valerio Montagnino rilevarono a gennaio 2019 durante una nomina a consulenti d’ufficio di aver ricevuto una richiesta di denaro da parte del giudice, anni prima, in un corridoio del tribunale. Di lì le intercettazioni telefoniche e ambientali anche mediante il trojan.

Ma, al centro dell’indagine sulla Fallimentare c’è ancora il caso-Colaiacovo, già emerso nel procedimento contro l’ex Aggiunto, Antonella Duchini e i sembra mai sopiti dissidi familiari-societari. Tutto ruota attorno, in particolare, alla richiesta di fallimento della “Gold“ di Giuseppe Colaiacovo, poi ritirata dalla stessa procura di Perugia a fronte della presentazione di una richiesta di concordato preventivo. In questo caso con Rana devono rispondere di abuso Pier Francesco Valdina e Patrizio Caponeri, inizialmente professionisti incaricati da Colaiacovo di presentare il ricorso, e Andrea Nasini. Le altre accuse contro il giudice riguardano episodi tra il 2018 e il 2019, in cui, secondo la procura avrebbe ricevuto utilità in cambio di consulenze date agli amici e, in particolare a Francesco Mitridate, Patrizio Caponeri e Corrado Maggesi. Incarichi nel mirino anche per Andrea Ceccarelli, Roberto De Bernardis e Andrea Pedetta.

In una lunga e articolata memoria difensiva Rana, difeso dall’avvocato Francesco Maresca aveva contestato sia nel merito che nella formulazione giuridica le imputazioni. "Le ipotizzate utilità, sulle quali peraltro si dissente, non rientrano nella categoria delle utilità penalmente rilevanti", non c’è nell’accusa "alcuna indicazione della ragione e degli elementi" a sostegno della tesi di uno ’stabile asservimento’ del giudice. E, soprattutto la difesa sconfessa il numero degli incarichi ricevuti dai consulenti, di molto inferiori rispetto a quelli evidenziati dalla procura mentre alcune prestazioni come la dichiarazione dei redditi ’gratuita’ e il progetto per un mobile di casa proprio per il valore modesto rientrano nelle "normali relazioni di cortesia". Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Nannarone, Crisi, Lazzari e Falcinelli.

Eri.P.