PERUGIA Rinviati a giudizio tre medici di base dell’Usl 1 accusati di aver rilasciato falsi certificati per permettere a diversi pazienti di essere esentati dal vaccino antiCovid. Sarebbero una cinquantina le attestazioni contestate dalla Procura ai tre professionisti, a processo per falso ideologico. Un’accusa contestata dalle difese dei tre imputati, gli avvocati Roberto Mastalia, Maria Mezzasoma, Fabio Fedeli e Iveta Marinangeli, che hanno sempre sostenuto la correttezza dell’operato dei medici. I certificati rilasciati, secondo le tesi difensive, sarebbero la conseguenza dell’accertamento di condizioni di salute compatibili con l’esenzione. Più che un falso ideologico, che prevede l’intenzionalità dell’azione, se le certificazioni risultassero non corrette, è una delle tesi difensive, si tratterebbe, al massimo, di un errore. Di poche unità su un numero molto consistente di pazienti; circa 700 assistiti nel caso, per esempio, di un professionista, a fronte di una contestazione che riguarda cinque-sei casi. Secondo la ricostruzione dell’accusa, tra i beneficiari dei certificati con i quali ottenere l’esenzione dal vaccino, anche in assenza di reali necessità, ci sarebbero anche pazienti non assistiti dai professionisti indagati, che si sarebbero rivolti a loro perché, secondo l’accusa, compiacenti rispetto a certe posizioni contrarie alla vaccinazione. Aspetto anch’esso contestato dalle difese che, hanno anche sottolineato come, in alcune intercettazioni, i medici ’ascoltati’ avessero sottolineato proprio il fatto di aver negato certificati a chi chiedeva di chiudere un occhio. Il processo inizierà il 13 novembre.
Cronaca’Falsi’ certificati contro il vaccino. A processo tre medici dell’Usl 1