Fabrizio Paladino
Cronaca

Un calciatore di nome Bergoglio. "Io, pronipote di papa Francesco. In campo mi chiedono la benedizione"

Il ventenne Felipe gioca in serie D a Trestina: ricordo ancora la festa per l’elezione del Pontefice. "Non vedo l’ora di conoscerlo di persona, per me è un orgoglio portare quel cognome sulla maglia"

bergoglio

A destra la figurina della S.C. Trestina di Felipe Bergoglio, pronipote di papa Francesco. A sinistra, il difensore in azione

Città di Castello (Perugia), 22 agosto 2024 – “I miei compagni di squadra spesso mi chiedono una benedizione prima di ogni partita. Capita anche quando si infortunano... Sono in Italia da poco più di un anno e ormai ci sono abituato. Sorridiamo insieme ogni volta. Essere un Bergoglio è un onore, per me non è affatto un peso portare questo cognome".

Felipe Bergoglio, vent’anni, pronipote di papa Francesco, ha ancora l’accento argentino, come l’illustre parente. Anche se in poco tempo ha imparato l’italiano, e bene. È un ragazzo sveglio, e la passione del calcio l’ha sempre avuta. Da poche settimane si trova in Umbria dove lo Sporting Club Trestina, società del comune di Città di Castello che milita in serie D da oltre dieci anni, l’ha ingaggiato.

La sua storia dove inizia?

"Sono arrivato ad agosto dell’anno scorso in Italia; mio padre Matias spesso viene qui per motivi di lavoro, nella zona di Città di Castello. Vivevo a Cordoba quando con la famiglia abbiamo preso la decisione di fare il grande passo. Il babbo conosceva un dirigente del Misano Adriatico e lì mi sono trasferito giocando nel campionato di Promozione romagnolo 22 partite. Una bella esperienza".

Centrale difensivo, Felipe ha un bel fisico e ampie possibilità di migliorarsi in un torneo importante come la D. Durante le prime amichevoli di questa fase iniziale della stagione, è stato sempre impiegato dal suo tecnico, l’aretino Simone Calori, un passato importante in squadre professionistiche.

Il suo è un cognome pesante.

"In Argentina ho iniziato a giocare da quando avevo 9 anni con la squadra del quartiere e fin da piccolo sono cresciuto portandomi dietro questo cognome di cui vado fiero da sempre. Mio nonno Jorge Bergoglio è il cugino diretto del Papa; si chiama proprio come il Santo Padre e quando venne nominato il 13 marzo 2013, tanti in quel periodo pensarono che fosse appunto mio nonno. Non avevo ancora dieci anni ma ricordo bene quei momenti di festa in casa".

Suo padre Matias ha incontrato più volte Francesco in Italia.

"Ma io e mia sorella dobbiamo ancora farlo, siamo giovani, contiamo nei prossimi mesi di raggiungere Roma e conoscerlo di persona: non vedo l’ora, sono sicuro che sarà una grande emozione. Mio padre mi ha detto che papa Francesco spesso si informa della nostra famiglia – aggiunge il ventenne –, vuole sapere tutto. Chiaramente quando lui era in Argentina le nostre città erano lontane quindi nel tempo ci siamo persi di vista ma, di fatto, il legame, come ricordano spesso i miei genitori, c’è sempre stato".

La sua famiglia come è composta? Lei è il terzo di quattro fratelli.

"Mateo 29 anni e Benjamin 25, hanno già avuto modo di incontrare Francesco, io e mia sorella Clara, 18 anni, siamo in attesa".

In questo paese dell’alta Umbria, Trestina, Felipe si è subito integrato. Abita con alcuni compagni di squadra in un appartamento della società, si allena praticamente tutti i giorni e vuole conquistare un posto da titolare.

Com’è la sua vita in Umbria?

"Qui c’è grande tranquillità, è quella che piace a me; il posto ideale per vivere, una società esperta guidata dal presidente Bambini. Sì, quando esco con gli amici e, soprattutto, con i nuovi compagni di squadra altri conoscenti cominciano a farmi tante domande sul Papa; questo ovviamente non mi crea nessun problema, non mi pesa affatto. Porto il mio cognome in giro con grande orgoglio, l’ho sempre fatto e spero di ottenere altre soddisfazioni con questa nuova maglia, così da poter raccontare proprio a Francesco la mia carriera da calciatore in Italia".