C’è una sindaca da scegliere presumibilmente contando sino all’ultimo voto, c’è un duello aperto tra centrodestra e centrosinistra, c’è una città che attende il verdetto dopo le 15 di oggi pomeriggio. E inevitabilmente intorno ai seggi sale la tensione. Alcuni cittadini di Castel del Piano hanno presentato ieri un esposto al prefetto segnalando il comportamento di don Salvatore Reitano, parroco della chiesa di Santa Maria Assunta del quartiere perugino. "Al termine dell’omelia – è scritto nell’esposto, firmato dall’avvocato Alessandro Fagioli – il ministro di culto cattolico don Salvatore Reitano invitava i fedeli presenti a esprimere un voto a sostegno delle forze politiche che si oppongono a fantomatiche teorie gender e aborto, influenzandoli quindi a favore della candidata sindaca Margherita Scoccia. Appello poi ripetuto al termine della celebrazione. Alcuni fedeli contestavano pubblicamente il comportamento del prelato, invitandolo a desistere da tali atteggiamenti in quanto inopportuni e del tutto confliggenti con la disciplina elettorale volta a garantire l’imparzialità e il corretto espletamento delle operazioni di voto. A quel punto molti si allontavano indignati, mentre don Reitano esortava altri contestatori ad abbandonare la chiesa". Altre tensioni ci sono state in alcuni seggi nei quali rappresentanti di lista avevano badge a sostegno di Vittoria Ferdinandi.
Nervosismo ed esposti a parte, Margherita Scoccia e Vittoria Ferdinandi ieri mattina hanno votato nella stessa scuola, quella di Borgo XX Giugno, ma in due sezioni diverse. La candidata del centrodestra, accompagnata dalla famiglia, si è presentata poco dopo le 11 e ha depositato la scheda nell’urna del seggio 21. Poco più di un’ora dopo, alle 12.15, è entrata la candidata del centrosinistra che ha votato nella sezione 20. Per entrambe, all’uscita dal seggio, un piccolo bagno di folla con tanto di selfie e incoraggiamenti.
Poi c’è il capitolo affluenza. Ieri sera alle 19 per il ballottaggio avevano votato quasi quattro perugini su 10: il dato rilevato nelle 159 sezioni del capoluogo è stato infatti del 38,10, il più alto nei quattro comuni della provincia impegnati nel secondo turno. Inattendibile di fatto il confronto tra l’affluenza in questo ballottaggio e nell’unico spareggio precedente, a Perugia, quando si sfidarono Andrea Romizi e Wladimiro Boccali: allora alle urne alla fine andò meno della metà dei perugini (49,34%) ma si votava solo di domenica e non anche fino alle 15 del lunedì. E non si possono fare paragoni affidabili nemmeno con il primo giro di questa tornata elettorale, due settimane fa: alle 19 di domenica 9 giugno aveva votato il 56,08 degli aventi diritto, ma le urne si chiudevano alle 23 e si era votato anche il sabato causa contemporaneità con le Europee, mentre stavolta si va avanti pure domani.