SILVIA ANGELICI
Cronaca

Figlio morto in guerra, lo strazio di Romina: “Un dolore che non si spegnerà mai”

Il messaggio della madre di un giovane ucraino che ha perso il figlio. Lei vive in Umbria, a Trevi, fa la badante: “Vogliamo la pace, ma non possiamo perdere i nostri territori”

Romina Kolydia

Romina Kolydia

Trevi (Perugia), 24 febbraio 2024 - Romina Kolydia racconta il dolore di una madre che ha perso il suo unico figlio, Volodymyr, combattendo contro l'invasione russa. La donna vive a Trevi, in provincia di Perugia, dove assiste un'anziana signora. È in Italia da 25 anni ma il suo cuore e la sua mente sono sempre rivolti al suo Paese, dilaniato dalla guerra.  "La morte dei nostri figli in guerra non deve essere vana, vogliamo un'Ucraina libera e democratica", dice in lacrime

"Sono passati tre anni da quando la Russia ha attaccato l'Ucraina il 24 febbraio 2022 -ricorda Kolydia - da allora  le nostre città sono state distrutte, scuole, ospedali, case bombardate. I bambini, gli anziani e le donne stanno soffrendo, e noi non possiamo permettere che tutto questo venga dimenticato". Il figlio, Volodymyr, era arrivato in Italia da giovane e vi aveva vissuto per dieci anni, prima di tornare in patria. Arruolatosi nell'esercito ucraino, è stato inviato al fronte dopo soli due mesi di addestramento. "L'ho visto per l'ultima volta nel luglio scorso, quando sono andata a trovarlo nei luoghi in cui si esercitavano per la guerra. Poi, il 2 agosto 2024 è stato mandato in battaglia e il 7 agosto mi hanno detto che era scomparso - aggiunge in lacrime  -. Solo il 5 ottobre hanno trovato il suo corpo, vicino a un compagno, a Donetsk, nella zona di Bakhmut".

Romina Kolydia parla con il peso di una perdita che accomuna molte madri ucraine. "Non soffro solo per mio figlio - sottolinea -, ma per tutti i ragazzi che sono morti. Solo chi ha perso un figlio può capire cosa significhi. Ogni giovane soldato ucraino che vedo mi ricorda Volodymyr - racconta tenendo in mano la foto del figlio -. Tutti noi cerchiamo di aiutare come possiamo, con medicinali, volontariato, supporto ai nostri ragazzi al fronte. Noi vogliamo la pace - spiega ancora la donna -, ma non possiamo perdere i nostri territori. La Russia ha occupato terre che sono nostre, e dobbiamo riconquistarle". Quando le si chiede se sia orgogliosa di suo figlio, Romina Kolydia risponde senza esitazione: "Molto. Ma il dolore di averlo perso non si spegnerà mai".