SILVIA ANGELICI
Cronaca

Fine vita, l’appello di Laura Santi: "Peggioro, presi contatti con la Svizzera"

La giornalista perugina, affetta da sclerosi multipla progressiva, denuncia l’immobilismo della Regione "Ho bisogno di morire presto". L’Usl1: "Avviato il percorso di valutazione". Decisione il 15 maggio.

Laura Santi, affetta da sclerosi multipla progressiva, lotta per il fine vita

Laura Santi, affetta da sclerosi multipla progressiva, lotta per il fine vita

"Peggioro. Ho bisogno di morire presto e il motivo della mia scelta è soltanto il corpo... per questo ho preso contatti con la Svizzera... Tutte le sere il corpo mi parla e mi dice che è ora. Le giornate stanno diventando sempre più una tortura: il caldo che comincia (dovrei affrontare l’estate come l’anno scorso ma con dodici mesi in più di progressione clinica di malattia), i dolori (e ne stanno venendo di sempre nuovi), la paralisi progressiva, la fatica neurologica...".

In una lettera inviata all’associazione Luca Coscioni e ai sostenitori della campagna “Liberi Subito”, Laura Santi racconta all’opinione pubblica le sofferenze quotidiane di una vita consumata dalla sclerosi multipla progressiva, malattia che non dà tregua e mortifica corpo e mente. Carta e penna anche per comunicare che ha preso contatto con un’organizzazione che si occupa di fornire l’aiuto alla morte volontaria in Svizzera, visto che l’Umbria ancora “tace“. Assistita dai suo legali, tra cui Filomena Gallo, Laura lotta da tempo per ottenere dalla Asl l’autorizzazione al suicidio assistito. Dopo due anni dalla richiesta, due denunce, due diffide, un ricorso d’urgenza e un reclamo per ottenere una risposta da parte della azienda sanitaria umbra, lo scorso novembre ha avuto il via libera per accedere alla procedura. L’iter però non è concluso perché la giornalista perugina è ancora in attesa di conoscere modalità di esecuzione della sua volontà e manca l’individuazione del farmaco.

"Quello della Svizzera - scrive Santi - è diventato un orizzonte concreto e obbligato, perché la mia regione, l’Umbria, e la mia ASL, Perugia, non mi hanno dato mai risposta sulle modalità pratica per ottenere l’attuazione di quello che è un mio diritto riconosciuto su carta, e confermato dalle visite mediche che riconoscono la presenza delle condizioni previste dalla Corte costituzionale per accedere al diritto al suicidio medicalmente assistito qui in Italia. Quello a cui l’inerzia di Regione Umbria mi espone è un calvario che si aggiunge a quello che già affronto ogni giorno con la malattia in progressione. Mi manca un tanto così: è da dicembre che attendo l’approvazione di un protocollo farmacologico terapeutico e le modalità per eseguire la mia volontà... ".

Venuta a consocenza dell’appello della Santi, immediata la risposta della Usl: "Il percorso della dottoressa Laura Santi è seguito con molta attenzione e vicinanza umana. In attuazione dell’ordinanza del 7 luglio del 2023, la Usl Umbria 1 ha avviato il percorso di valutazione del protocollo presentato dalla stessa Santi che è attualmente oggetto di esame da parte di un gruppo multidisciplinare, che si esprimerà formalmente nella seduta già fissata per il prossimo 15 maggio".

Silvia Angelici