SILVIA ANGELICI
Cronaca

Fine vita, raccolta firme: "Serve una legge di civiltà. Dopo la Toscana, l’Umbria"

La giornalista Laura Santi e l’associazione Luca Coscioni lanciano la petizione di iniziativa popolare “Liberi Subito“ che punta a tremila consensi in 6 mesi "L’invito è alla società civile ma anche alla politica: è tempo di decidere".

Un momento della conferenza stampa a casa di Laura e Stefano

Un momento della conferenza stampa a casa di Laura e Stefano

Dopo la Toscana, anche l’Umbria potrebbe dotarsi di una normativa chiara sul fine vita. Il 3 aprile inizierà la raccolta firme per presentare la proposta di legge regionale di iniziativa popolare "Liberi subito", promossa dall’associazione Luca Coscioni. Obiettivo è di arrivare almeno alle 3 mila sottoscrizioni necessarie già nei primi tre mesi. Ad annunciarlo è stata l’attivista Laura Santi. La giornalista perugina è affetta da una forma progressiva di sclerosi multipla, per la quale sono stati riconosciuti tutti i requisiti per accedere al suicidio assistito, al quale comunque non intende al momento ricorrere. “Leader“ di questa battaglia, Laura ha comunicato la notizia incontrando i mezzi d’informazione nel soggiorno della sua abitazione a Montebello. Al suo fianco il marito Stefano Massoli, mentre in collegamento c’erano l’avvocato Filomena Gallo e il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato. "La legge è necessaria – spiega - affinché nessuno si trovi più ad affrontare il calvario della malattia. Due anni e mezzo ci sono voluti per vedermi riconosciuto, a novembre, il diritto al suicidio medicalmente assistito. Da allora nessuna risposta è arrivata sul farmaco né sulle modalità di assunzione".

Laura Santi ha spiegato di volersi ora impegnare in questa ulteriore battaglia "mettendoci la faccia". L’iniziativa umbra nel giorno in cui è stata data anche la notizia del primo caso di suicidio assistito in Lombardia. "Ora - ha ribadito Santi - vanno regolamentati tempi e modalità per i malati che rientrano in quei diritti già sanciti anche dalla Corte costituzionale dopo le azioni di disobbedienza civile dell’associazione Coscioni. Il mio obiettivo è di far sì che non esistano più altre Laure Santi".

L’appello è alla società civile ma anche alla politica. "Oggi dopo avere ottenuto il mio diritto potrei mollare - ha ribadito - ma non mi piace questa situazione e non me ne andrò prima di aver combattuto per altre persone che si trovano nella mia stessa situazione. Nonostante la lunga battaglia però oggi non sono ancora del tutto libera di morire. La mia Asl infatti - ha proseguito - mi ha detto che sono in possesso dei requisiti ma poi non è andata oltre. Non dispongo infatti di nessuna informazione del farmaco e di come sarà la procedura. La malattia sta andando avanti e io devo potermi somministrare il farmaco da sola. Il suicidio medicalmente assistito è già ormai un diritto costituzionale, ma serve una legge che alla fine va a tutelare non solo il malato ma anche l’operatore sanitario".

Cappato si è augurato che l’Umbria diventi presto la seconda Regione ad approvare le norme di civiltà legate al fine vita. "Ringrazio Laura - ha proseguito - per aver assunto la leadership di questa iniziativa. La legge può essere presentata anche da un solo consigliere ma la Toscana ci ha dimostrato che quella di iniziativa popolare con la raccolta firme è la scelta più giusta per poter affrontare così il dibattito fuori da logiche di partito e di schieramento".

La segretaria nazionale Gallo ha inoltre ricordato che grazie alla disobbedienza civile, che ha portato alla sentenza della Corte costituzionale, c’è ora la possibilità in tutti i territori che un malato possa ottenere i requisiti per procedere al suicidio assistito. "Sono rimasti solo ostacoli politici perché le verifiche si possono fare anche in 30 giorni e non occorre arrivare nuovamente ai tribunali per forza".

Silvia Angelici