Perugia, 7 aprile 2024 – Che le parole diventino fatti. Fontivegge la “grande malata“, ma anche una paziente di cui le istituzioni cercano di prendersi cura. Con risultati che non soddisfano pienamente i residenti. Nonostante l’impegno, riconoscono, di alcuni amministratori e delle forze dell’ordine. Che hanno forze e mezzi ridotti, "non lo scopriamo oggi", ma "con i militari di Strade sicure la situazione era migliorata". Giulietto Albioni è uno dei fondatori del comitato Progetto Fontivegge, cittadini che vivono nell’area della stazione, "di qua e di là dalla ferrovia", e che delle criticità si è fatta sentinella. "Purtroppo, nonostante i tentativi, la situazione continua a essere complicata. Io vivo qui da cinquant’anni, mia moglie c’è nata. E non nego che la tentazione di andarcene ogni tanto ce l’abbiamo avuta. Qualche amico lo ha fatto, a malincuore e rimettendoci denaro perché le case, dalle testimonianze che raccogliamo, continuano a deprezzarsi. Ma noi non vogliamo andare altrove, vogliamo vivere qui. Vogliamo, io e mia moglie come gli altri residenti, che il quartiere torni a essere tale". E invece? "E invece, la sera, vedi solo auto parcheggiate, tutti chiusi in casa". "C’è un problema di sicurezza che continuiamo a ravvisare. I due accoltellamenti degli ultimi giorni sono un esempio. Ma anche di rispetto della legge. Di quelle regole che ci sono, ma che serve anche vengano fatte rispettare. Cosa che, per quello che vediamo – sottolinea ancora Albioni – succede non abbastanza spesso".
Sicurezza e poi il degrado: "Purtroppo è costantemente sotto ai nostri occhi. Un degrado che è in tante cose, a partire dalle condizioni delle strade, dai cantieri che sembrano infiniti o dai tanti edifici rimasti vuoti". "Integrazione? È uno dei nodi della questione. Abbiamo l’impressione che più che integrazione chi vive qui vuole fare gli affari propri e non avere impicci. Quello che contestiamo alla politica, di chi c’è ora ma non solo, è che qui a Fontivegge sia fatto in modo che si creasse una sorta di ghetto. Negli ultimi tempi c’è il tentativo di recuperare spazi abbandonati, ma gli esperimenti finora tentati non sono andati poi così bene". E alla politica del futuro prossimo? "La richiesta è una – conclude Albioni – ed è molto semplice: basta con i proclami, passiamo ai fatti concreti. Noi siamo pronti a collaborare su idee e progetti, ma che si materializzino".