Foligno (Perugia), 21 novembre 2024 – Utimo commosso saluto a Salvatore Postiglione, il muratore 56enne ucciso a coltellate lo scorso 7 novembre. Ieri il funerale nella chiesa di San Paolo, celebrato da don Giovanni Zampa. Tanti amici, molti giovani, al funerale dell’uomo. Famiglia scossa rispetto a un fatto di una crudezza inaudita che ha turbato anche una città di provincia come Foligno, non avvezza a finire alla ribalta della cronaca nazionale per tali situazioni. Dopo il funerale dell’uomo, ora l’attenzione sarà tutta nei confronti del ragazzo fermato per l’omicidio.
Il giovane è detenuto all’Istituto penitenziario minorile di Firenze e non è stato, fino ad ora, in grado di rispondere alle domande del giudice e neanche di riuscire a dialogare con i suoi avvocati, Samuele Ferocino e Ilario Taddei, che lo hanno raggiunto lunedì, senza riuscire ad avere alcun elemento in più dal ragazzo. Al momento, dunque, oltre agli elementi raccolti dagli inquirenti e dalla difesa del giovane, si attendono i risultati degli accertamenti tecnici sui telefonini. Ma soprattutto si attende che lui sia in grado di fornire qualche elemento in più per poter ricostruire ancor più compiutamente il quadro che lo avrebbe spinto ad uccidere il muratore in maniera così efferata.
Oltre 50 le coltellate inflitte, con un’arma del delitto che non è mai stata trovata: un coltello da cucina che, in effetti, mancherebbe dalla casa del giovane. Proprio nell’abitazione del 17enne sono stati trovati i vestiti sporchi di sangue che, insieme alle telecamere di sorveglianza, hanno ricostruito il tragitto del ragazzo, uscito di casa con tanto di guanti di lattice, cappello e l’arma del delitto, per attendere Postiglione sul luogo dell’omicidio. Gli inquirenti lavorano per ricostruire l’accaduto. Tra i due, per quanto è stato possibile appurare, sembra non ci fossero attriti legati al lavoro.