SOFIA COLETTI
Cronaca

Gabriele Lavia in anteprima nazionale a Spoleto. Debutto a teatro con “Lungo viaggio verso la notte“

Un’anteprima nazionale d’eccezione. Gabriele Lavia, artista tra i rappresentativi del teatro italiano degli ultimi cinquant’anni, ha scelto infatit il Teatro...

Un’anteprima nazionale d’eccezione. Gabriele Lavia, artista tra i rappresentativi del teatro italiano degli ultimi cinquant’anni, ha scelto infatit il Teatro...

Un’anteprima nazionale d’eccezione. Gabriele Lavia, artista tra i rappresentativi del teatro italiano degli ultimi cinquant’anni, ha scelto infatit il Teatro...

Un’anteprima nazionale d’eccezione. Gabriele Lavia, artista tra i rappresentativi del teatro italiano degli ultimi cinquant’anni, ha scelto infatit il Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto per allestire e debuttare in anteprima nazionale con “Lungo viaggio verso la notte“ dall’opera capolavoro di Eugene O’Neill. Lo spettacolo, nell’ambito della stagione 24/25 firmata dallo Stabile dell’Umbria, va in scena martedì prossimo 18 febbraio alle 20.45 con protagonisti lo stesso Gabriele Lavia (nella foto) e Federica Di Martino, insieme a Jacopo Venturiero, Ian Gualdani e Beatrice Ceccherini;. La regia è sempre di Lavia, per una produzione produzione Effimera – Fondazione Teatro della Toscana.

Scritto tra il 1941 e il 1942, “Lungo viaggio verso la notte“ ha vinto il Pulitzer per la drammaturgia nel 1957 dopo la morte dell’autore ed è considerato il capolavoro del drammaturgo statunitense. Ha avuto numerose messe in scena in tutto il mondo, con la prima in Italia nel 1957 al Valle di Roma a cura di Renzo Ricci. Dell’opera, Sidney Lumet ha diretto un film nel 1962 con Katharine Hepburn e Ralph Richardson.

E’ un viaggio impietoso dentro l’amarezza di un fallimento senza riscatto. Un’opera-confessione, in cui i membri di una famiglia – su tutti un padre e una madre – si accusano, si tormentano e precipitano se stessi oltre ogni canone di umanità. L’intera vicenda si svolge tra le pareti di una casa borghese, nell’arco di una sola notte nella quale le vite dei personaggi sono una somma di tenerezza e violenza, di amore e disprezzo, comprensione e rigetto, di rapporti di famiglia e della loro rovina. Qui sta il cammino sorprendente della messa in scena: il padre dell’autore era stato attore di grande successo, come il protagonista dell’opera teatrale. La casa-prigione della famiglia che O’Neill racconta è proprio casa sua.