
Il professor Luca. Gammaitoni presenta la sua candidatura a rettore
E’un’Università che si fonda su tre parole chiave - “libertà, comunità e prospettiva“ - quella a cui aspira il professor Luca Gammaitoni, in corsa per la guida di Palazzo Murena, insieme ai colleghi Carbone, Marianelli, Porena e Signorelli. In vista delle elezioni per il rinnovo del rettorato, che si terranno il 4 giugno, Gammaitoni, ordinario di Fisica sperimentale, noto per i modelli statistici sulla curva pandemica in era covid, ieri ha illustrato i punti principali del suo programma. Ha scelto la Biblioteca umanistica di piazza Morlacchi per presentarsi alla comunità universitaria, mentre l’immagine voluta per la campagna elettorale, proiettata sulle varie postazioni, è caratterizzata da due frecce che formano un cerchio: simbolo di un Ateneo aperto al futuro ma consapevole del suo passato. E poi c’è lo slogan “L’Università, infatti“, un gioco di parole che si fa metafora a sottolineare la concretezza del programma, inteso come un progetto a largo respiro e a lunga gittata.
"Prima di tutto - dice Gammaitoni - bisogna focalizzarsi su quella che è la vera missione dell’Università: ovvero la creazione di nuova conoscenza fatta non da scienziati in una torre d’avorio bensì in una comunità di accademici, docenti e personale amministrativo; conoscenza da trasmettere poi a studenti e territorio con la Terza missione. Oggi vengono spacciate per università enti di formazione, ma è un’altra cosa". Ma cosa significa “libertà“ per un’Accademia? "Significa libertà da influenze e condizionamenti esterni, che possono arrivare dalla politica così come dall’industria o dalla finanza. Noi non ci trasformeremo in un’azienda; noi non considereremo gli studenti come clienti. Questa visione non appartiene a me e non la vorrei per la nostra università. Quindi libertà nella ricerca, anche fine a sé stessa e non necessariamente utile. Libertà poi anche dalla burocrazia, dal tentativo di trasformare gli universitari in dipendenti coi cartellini, con i budget da raggiungere, con i “prodotti” della ricerca e così via".
E a questo proposito Gammaitoni introduce un altro termine: “rispetto“. "Un concetto da rimettere al centro - ribadisce - lo dobbiamo ai nostri studenti. Significa strutture adeguate, corsi e didattica di qualità, servizi efficienti". E in quest’ottica il professore opta per il numero chiuso anche se è “impopolare“: "Aprire a numeri illimitati senza contemporaneamente mettere in campo le risorse per accogliere quegli studenti e per fornire loro dei servizi è una truffa".
Comunità, termine oggi molto evocato: come adattarlo ad un Ateneo? "La comunità – spiega il candidato rettore - rappresenta la modalità attraverso la quale costruire il futuro dell’Università di Perugia. Nella sua espressione più alta, infatti, l’Università, prima ancora di essere un ente, un’istituzione, un’infrastruttura, è, indubbiamente, una comunità di persone chiamate a svolgere un’attività corale, alla quale ciascuno e ciascuna partecipa con la sua specificità e con pari dignità. E poi c’è la comunità di valori, ovvero la pratica della condivisione, l’accoglienza e l’inclusione, la necessità di conciliare i tempi di vita con quelli del lavoro".
Prospettiva: qui entra in campo lo sguardo visionario. "Prospettiva di crescita, di integrazione e di contaminazione di saperi. Dunque apertura al mondo".
Silvia Angelici