REDAZIONE UMBRIA

Geotermia, niente fondi pubblici

Decisione del Consiglio di Stato che respinge il ricorso dell’azienda. Esulta associazione ambientalista

Niente finanziamenti pubblici per realizzare l’impianto per lo sfruttamento dell’energia geotermica nell’altopiano dell’Alfina. La decisione è del Consiglio di Stato, a cui si era rivolta la società che ha elaborato il progetto, la Itw & Lkw Geotermia Italia spa per ricorrere contro la decisione assunta dal Gestore dei servizi energetici (Gse) di negare gli incentivi al progetto pilota di Castel Giorgio.Tale decisione rappresenta l’ultimo capitolo in ordine di tempo di un lungo braccio di ferro legale che era iniziato nel 2016 quando il Gse aveva pubblicato una graduatoria secondo la quale il progetto di Castel Giorgio non era stato collocato in posizione utile per l’accesso agli incentivi. Nel 2019, il Tar del Lazio aveva invece parzialmente accolto il ricorso presentato dalla società, dando a Itw & Lkw accesso agli incentivi sia pure per una minima parte dell’energia elettrica prodotta. il Consiglio di Stato aveva accolto, il 20 agosto 2021, il ricorso del Gse contro questa decisione ed ora il tentativo dell’azienda, guidata dal manager Diego Righini, di impugnare in extremis questa sentenza è fallito. Ciò non significa che l’azienda non potrebbe realizzare comunque l’impianto, lo farebbe però a condizioni molto meno vantaggiose dal momento che non ha attualmente accesso a nessuna altra forma di sovvenzione statale. Contro il progetto della geotermia si sono schierati oltre venti sindaci dei territori a cavallo tra Umbria e Lazio. Tra i motivi della loro contrarietà all’investimento c’è anche il timore di possibili rischi sismici collegati ai potenti getti di acqua ad alta pressione che devono essere incanalati nella profondità del suolo. Ad essere piuttosto ottimisti sono i promotori dell’associazione ambientalista “Bolsena lago d’Europa“ che fanno questa valutazione:"Considerando tutti gli altri scogli ancora da superare, la questione aperta dell’intervento della Protezione civile nazionale, la necessità complessa di adempiere a varie prescrizioni di carattere ambientale ed amministrativo e l’alta probabilità di dover di nuovo presentare un progetto aggiornato per una nuova valutazione d’impatto ambientale, sembra possibile che la ditta proponente rinunci al progetto".

Cla.Lat.