"La sentenza di primo grado ha certamente condizionato pesantemente il nostro operare nei rapporti con le banche ed assicurazioni, nell’accesso al credito e nella partecipazione a nuove gare frenando lo sviluppo". E’ quanto ha detto ieri il consigliere delegato di Gesenu Luciano Piacenti, in merito alla senteza di dieci giorni fa della Seconda sezione Giurisdizionale Centrale d’Appello della Corte dei Conti, che ha annullato quella di primo grado con la quale la Sezione giurisdizionale per l’Umbria aveva condannato la Gesenu, insieme ad altri soggetti, al risarcimento del danno erariale per oltre 25 milioni di euro.
"E’ grazie alla forza della Gesenu ed all’impegno delle sue risorse umane e professionali – ha detto Piacenti ieri in conferenza stampa – che siamo riusciti a fronteggiare tali difficoltà ed a difenderci nelle sedi adeguate, pur subendo pesanti costi che avrebbero certamente causati pesanti disagi a realtà aziendali minori o meno strutturate di Gesenu".
"In questo contesto di difficoltà – ha aggiunto – abbiamo sempre potuto contare sul supporto del Gruppo Paoletti, nostro azionista di maggioranza, e sulla elevata professionità dei nostri legali e dei consulenti che ci hanno difeso e che ringrazio per aver sempre creduto insieme a noi nell’esito positivo di questa vicenda, abbiamo infatti sempre avuto fiducia nella giustizia ed eravamo certi di un esito favorevole in cui potessero essere accolte le nostre ragioni ed argomentazioni. Grazie a questa sentenza si chiude un periodo doloroso e la Gesenu ora può concentrare le proprie energie sulle nuove sfide che la attendono, prima tra tutte la nuova gara per la concessione, che affronteremo con rinnovata fiducia e positività e sempre maggior vigore".
Il danno erariale, addebitato in primo grado oltre che a Gesenu anche alla Gest, alla Tsa ed a cinque ex dirigenti e funzionari delle società, derivava dalla contestazione di presunte inadempienze ed irregolarità nella gestione dei servizi di raccolta e di smaltimento dei rifiuti effettuati nei territori dei comuni dell’ex Ati 2.