
Giada Coppola aveva 22 anni, abitava a Città della Pieve
Città della Pieve (Perugia), 5 marzo 2025 – “Giada non poteva essere salvata. Quello che le è accaduto non era prevedibile e i medici che l’hanno incontrata nelle ultime ore del suo calvario non avrebbero potuto fare di più. Ora dobbiamo trovare la forza di salutare il nostro angelo, deve solo riposare in pace”. Ieri Barbara Strippoli ha parlato con i medici incaricati dall’ospedale di Perugia di stabilire con certezza le cause del decesso di Giada Coppola, la figlia di 22 anni da compiere a breve, morta giovedì in seguito ad un malore improvviso.
“Ci hanno spiegato – racconta la donna - che si è trattato di una embolia polmonare massiva, legata ad una condizione genetica del sangue. Probabilmente una trombofilìa ereditaria che comporta una maggiore tendenza del sangue a formare coaguli. Qualcosa che era impossibile da prevedere e da diagnosticare e che è stata scatenata dall’assunzione di eparina che Giada ha preso dopo l’intervento al ginocchio. Purtroppo la trombofilia non manifesta alcun sintomo – spiega ancora la mamma - fino allo sviluppo dei sintomi gravi e il farmaco che Giada stava assumendo per evitare una trombosi potrebbe aver aggravato la situazione attivando i trombi”. Oggi la mamma, il padre e il fratellino che da vero eroe le ha praticato il massaggio cardiaco cercando di salvarla, dovranno trovare il coraggio di darle l’ultimo saluto. I funerali della giovane si terranno alle 14.30 nella chiesa parrocchiale della frazione pievese di Moiano e dopo le esequie la cerimonia proseguirà al tempio crematorio. “Non fiori ma offerte per la ricerca medica”, l’ultimo appello dei familiari ai tantissimi che parteciperanno alla cerimonia e che in queste ore di dolore si sono stretti alla famiglia con affetto e partecipazione per l’immensa tragedia che li ha colpiti. Tutto era iniziato poco più di una settimana fa, con una febbre durata giorni, bollata come influenza. La visita in pronto soccorso per il vomito incessante e disturbi gastrointestinali che l’avevano disidratata. E poi quell’intervento ortopedico cui Giada si era sottoposta a fine gennaio, in una clinica privata convenzionata, in Emilia-Romagna. Ma quando venerdì è arrivata all’ospedale del capoluogo dopo il trasporto in elisoccorso da Moiano, frazione di dove la ragazza viveva con i genitori e il fratello, per lei non c’era già più nulla da fare.
A dare l’allarme proprio il ragazzo, che venerdì ha chiamato il 112 perché la sorella aveva accusato un malore. Sono stati tanti gli elementi che hanno reso ancora più misteriosa la morte improvvisa della ex studentessa dell’istituto Calvino, la famiglia ha però atteso che i sanitari svolgessero i dovuti accertamenti. Non hanno sporto denuncia, non hanno chiesto l’intervento della Procura e come spiegato dalla madre non lo faranno. Ora che la verità è arrivata non rimangono che il cordoglio e il dolore. “E’ il nostro angelo – dice la mamma – lo sarà per sempre. Dobbiamo trovare la forza per lasciarla andare. Merita il riposo e la pace”.