Assisi (Perugia), 26 gennaio 2025 – “Siamo venuti qui a cercare una testimonianza più che come testimoni”. I cugini Leone Provenzal e Pietro Zipoli hanno fatto visita al Museo della Memoria, Assisi 1943-1944 per riannodare i fili di una vicenda che ha visto protagonisti la loro famiglia, i Provenzal, ebrei fuggiti per le leggi razziali e nascosti e salvati in Assisi grazie all’impegno di tanti – religiosi, gente comune, rappresentanti istituzionali -. Museo della Memoria – a fare gli onori di casa Marina Rosati che ne è ideatrice e curatrice - che, fra gli oggetti custoditi, conserva anche una pergamena di ringraziamento a padre Michele Todde in cui sono presenti le firme dei componenti la famiglia Provenzal salvata in Assisi.
“La storia dei nostri familiari è bella, emozionante, che anche oggi merita di essere ricordata: persone che fuggono per le leggi razziali e che vengono aiutate, una storia di amicizia, solidarietà che li ha portati ad Assisi trovando la salvezza nei conventi” ha spiegato Leone Provenzal che porta il nome del nonno che, proveniente da Firenze, trovò rifugio nella città di san Francesco, nel dicembre 1943, presso le suore tedesche di santa Croce insieme alla moglie Adelina, ai figli Carlo (suo padre), Magda e Nello e alla sorella Maria, nonna di Pietro Ziboli, romana. “Ad Assisi furono salvati da una rete formidabile di aiuti – ha aggiunto Ziboli – e l’incontro di Assisi, al Museo della Memoria ci ha consentito di ritrovarci dopo tanti anni. E’stato mio nipote a spingermi, volendo conoscere la storia della famiglia e allora ho cominciato una fase di ricerche che mi ha portato a recuperare delle testimonianze e anche il libro ‘Assisi clandestina’ che parla di come gli ebrei vennero salvati nella città di San Francesco. Sino ad Assisi per recuperare informazioni di quel tempo. Mia nonna mi raccontava delle sensazioni, delle emozioni del fratello e volevo saperne un po’ di più perché i racconti fatti a un bambino si possono fare confusi e ne volevo sapere di più per poterle raccontare”. Leone Provenzal e Pietro Ziboli nel sottolineare come i familiari raramente abbiano raccontato del periodo assisano, hanno ripercorso le vicende della famiglia – fra i parenti anche lo scrittore Dino Provenzal e il chimico Giulio Provenzal -, il periodo in Tunisia, la fuga, la Libia, il rientro in Italia, le leggi razziali, la nuova fuga, il cambio d’identità – presero il cognome Pastori -, l’arrivo in Assisi, la salvezza.
“Avevamo necessità di cercare le nostre radici e siamo venuti qui per conoscere meglio quello che è accaduto e nel Museo della Memoria abbiamo trovato testimonianze importanti ed emozionanti” hanno concluso Leone e Pietro ai quali hanno portato il saluto, a nome della città, nel corso dell’incontro moderato da Marina Rosato, il sindaco Valter Stoppini e Paolo Mirti. “E’ stato importante conoscere la storia dei vostri familiari – ha detto Stoppini -. Una storia che si arricchisce sempre di nuovi elementi.