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I Cronisti in classe e gli insegnanti tutor
Le dipendenze giovanili rappresentano oggi uno dei principali problemi sociali che coinvolge le nuove generazioni. Abuso di alcol, droghe, videogiochi, social media e, più recentemente, il fenomeno degli hikikomori. Ma quali sono le cause scatenanti?
I fattori sono molteplici, ma spesso sono il risultato di desiderio di evasione o di difficoltà a gestire emozioni e relazioni interpersonali. Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Nazionale della Salute, circa il 9% degli adolescenti italiani fa uso abituali di stupefacenti; 960mila giovani tra i 15 i 19 anni hanno provato sostanze stupefacenti e nuove droghe psicoattive. Un’altra indagine ha rivelato che il 40% dei ragazzi italiani tra i 14 e i 18 anni consuma alcol almeno una volta a settimana; il 17% ha dichiarato di aver avuto episodi di ubriachezza. Tra le ultime novità, il Binge Drinking, un’“abbuffata di alcolici” in brevi periodi, che può ridurre la memoria e la capacità di orientamento.
Tutto ciò è spesso legato alla ricerca di esperienze forti o al bisogno di distaccarsi dalla realtà quotidiana. In parallelo, cresce anche il fenomeno della dipendenza dalla tecnologia. I giovani, sempre più connessi ai social media e ai videogiochi, rischiano di isolarsi dalla realtà e di sviluppare forme di dipendenza digitale che possono influire negativamente sul loro benessere mentale ed emotivo, influenzando ad esempio il ciclo del sonno. Un rischio è rappresentato dalla nomofobia, cioè l’ansia di dimenticare il proprio smartphone o di avere problemi di batteria o di connessione, per la paura costante di perdere messaggi importanti o aggiornamenti sui social. La continua ricerca di approvazione e il confronto con gli altri possono portare a seri problemi di autostima e stress. Il ritiro sociale, proprio degli Hikikomori, è un esempio estremo di come l’isolamento può diventare una risposta a tali disagi. In Italia circa 300mila giovani tra i 14 e i 30 anni soffrono di questo disturbo.
Anche la dipendenza legata all’alimentazione è sempre più rilevante. Anoressia, bulimia e obesità colpiscono numerosi adolescenti, creando col cibo un rapporto conflittuale per compensare il malessere emotivo legato all’accettazione di sé o ai “modelli” propinati ogni giorno su qualsiasi schermo. Come provare ad uscirne?
È fondamentale che scuole, famiglie e istituzioni affrontino questi problemi con maggior consapevolezza e interventi mirati, per aiutare i giovani a non essere intrappolati in dinamiche di dipendenza.