REDAZIONE UMBRIA

Anno Santo in Umbria, le cerimonie di apertura. “Giubileo incardinato sulla speranza”

Ad Assisi la cerimonia si è svolta nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. A Perugia folla in cattedrale

L'apertura dell'Anno Santo a Perugia (Foto Crocchioni)

L'apertura dell'Anno Santo a Perugia (Foto Crocchioni)

Perugia, 29 dicembre 2024 – Aperto l'Anno Santo nelle diocesi dell'Umbria. Ad Assisi la cerimonia si è svolta nella Basilica di Santa Maria degli Angeli alla presenza della presidente della Regione Stefania Proietti.

"Ci viene offerta l'indulgenza, e cioè la certezza che Dio non solo ci abbraccia come un padre, come nella parabola del figliuol prodigo, quando ritorniamo a lui dopo il nostro peccato, ma si fa anche medico delle conseguenze che il peccato ha prodotto in noi" ha detto il vescovo monsignor Domenico Sorrentino. "Il giubileo è stato incardinato sulla speranza - ha ricordato - ma questa è efficace e non illusoria se torniamo a essere famiglia, dalla famiglia fondata sul matrimonio, alle famiglie spirituali che si ritrovano intorno al Vangelo come avvenne per Francesco e i suoi frati formati all'ombra di questa Porziuncola, e come è oggi assunto come programma pastorale delle nostre due Chiese sorelle, fino allo sguardo che, sull'onda dell'enciclica 'Fratelli tutti' firmata sulla tomba di Francesco, e del patto per una nuova economia siglato dal Papa e da migliaia di giovani, deposto qui come un seme nel giardino della Porziuncola, si porta sulla famiglia dei popoli, alla quale noi cristiani vogliamo dare il nostro contributo perché la pace trionfi sulle tante macerie e rivoli di sangue innocente".

A Perugia la cerimonia si è svolta in cattedrale. "Mettersi in ascolto esprime la disponibilità a lasciarsi interrogare dalla vita della gente e a non far venire meno il nostro contributo di credenti" ha detto l'arcivescovo monsignor Ivan Maffeis.

L'apertura dell'Anno santo a Perugia (Foto Crocchioni)
L'apertura dell'Anno santo a Perugia (Foto Crocchioni)

"Nel solco tracciato a Natale da Papa Francesco, oggi in tutte le diocesi si apre un Anno Santo che trova nella speranza il suo filo conduttore. Abbiamo iniziato sulla Piazza, dove il bisogno di speranza che sale dalla Città ha preso voce nelle parole di un giovane studente lavoratore, della dottoressa responsabile dell’Hospice, del direttore della Caritas e della Prima Cittadina. Mettersi in ascolto esprime la disponibilità a lasciarsi interrogare dalla vita della gente e a non far venire meno il nostro contributo di credenti", ha detto monsignor Ivan Maffeis.

"Ci siamo presi quest’impegno camminando insieme verso la Cattedrale. Vi siamo entrati con umiltà, da mendicanti di speranza quali siamo. Come i pastori del presepe, come i Magi dell’Oriente - ha sottolineato monsignor Maffeis - bussiamo alla porta di Colui che rimane la risposta alle attese più profonde del cuore umano. Lui, il Bambino di Betlemme, il Crocifisso e il Risorto, è la nostra speranza. Lui, porta santa e volto misericordioso del Padre, ci assicura che non siamo gettati e abbandonati in un’esistenza assurda; Lui, via del ritorno a casa, restituisce un significato buono al nostro presente e ci rende testimoni di speranza dove questa è andata perduta".