REDAZIONE UMBRIA

Gli affari gestiti via chat: ecco come funzionava il “giro“ delle prostitute nei centri massaggi

Dall’ordinanza i particolari dell’attività scoperta dai carabinieri di Assisi

"La persona che lavora con me è riuscita a guadagnare perfino 6 (mila euro, ndr)". Uno degli indagati, da cui hanno preso il via le indagini dei carabinieri di Assisi, contro la prostituzione in centri massaggi cinesi, è in auto e sta portando una ragazza al centro dove prenderà servizio, al posto di quella che, viste le cifre, "ci sa fare con il cliente", a sua volta destinata a un altro centro della rete di sfruttamento gestito dalla presunta organizzazione. Ventidue ordinanze di custodia cautelare chieste e ottenute dalla Procura di Perugia, 11 centri sequestrati, con quattro appartamenti, conti correnti e auto. Un giro di prostituzione da 350mila euro al mese, secondo gli investigatori, per il quale le ragazze si sarebbero candidate volontariamente, rispondendo ad annunci di lavoro on line in siti cinesi. Annunci, secondo l’accusa, anche per ricercare potenziali prestanome, con permesso di soggiorno, a cui intestare centri o appartamenti. Annunci on line per massaggi, piuttosto espliciti, pubblicati su noti siti, sono stati il punto di partenza delle indagini. Che hanno portato a evidenziare livelli diversi nell’organizzazione, tra i vertici che gestivano soldi e ragazze, le telefoniste, referenti di ogni centro massaggi, le prostitute, ma anche italiani, utilizzati per il riciclaggio di denaro con l’intestazione fittizia di attività o l’apertura di finanziamenti. Via chat il contatto continuo sugli affari: "Quando hai finito mandami un messaggio in cinese". Basta un numero per tenere il conto delle prestazioni, ma soprattutto dei soldi che, a fine giornata, devono essere in "cassa". E in caso di controllo: "Ti devi assolutamente ricordare queste frasi: non ho chiaro, non lo so, non conosco. Ti è chiaro?". Per ogni prestazione, inoltre, un tariffario specifico.