"Appare evidente che tutte le istituzioni ci hanno abbandonato oppure, nella migliore delle ipotesi, sono distratte. Forse non si rendono conto che la situazione è talmente grave che, per fare un parallelo, c’è bisogno di soccorrere una persona che ha un malore ma nessuno si avvicina: ci troviamo davanti ad una vera e propria omissione di soccorso. Anzi sono tutti lì a guardarne l’agonia". Sono queste parole preoccupate Paolo Moressoni, a nome del Consiglio dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Perugia, che torna sull’argomento del Superbonus 110%. In Umbria al momento i progetti ammessi sono quasi 3mila, per investimenti ammessi a detrazione di 535 milioni di euro, di cui il 69% già conclusi. Ma quanto rischia davvero il 30 per cento di coloro che rimane? "“È noto – spiega Moressoni – che nei cassetti fiscali di imprese e professionisti sono in attesa di cessione oltre 5 miliardi di euro di crediti fiscali che le banche, a causa delle restrizioni operate sul tema dal Governo, non sono in grado di acquistare. Sta di fatto che a fronte di questa situazione, in queste ore, stanno arrivando agli indirizzi dei richiedenti comunicazioni in cui gli istituti di credito non sono più disposti ad acquisire la cessione. Per questo – aggiunge il presidente degli architetti –, oltre al danno, ovvero aver già predisposto progetti, acquistato materiali, impegnato imprese, stipulato polizze, vi è la beffa che tutto finisce con un niente di fatto. Chi rimane con il cerino in mano? In realtà – conclude Moressoni – si tratta di un enorme carico di tritolo e si trova principalmente nelle mani di imprese, professionisti, fornitori ma anche di semplici cittadini. Il tema è che se non si disinnesca questa bomba l’intera filiera delle costruzioni italiana esploderà".
CronacaGli architetti e il “110“: "Un mina da disinnescare"