Grido d’allarme dell’Università: "Tagli al Fondo e costi in aumento. Ateneo a rischio sopravvivenza"

Perugia, la lettera del rettore Oliviero e delle istituzioni accademiche di Marche e Abruzzo: "Minata la stabilità del sistema del centro Italia, minacciato il futuro delle comunità locali" .

Grido d’allarme dell’Università: "Tagli al Fondo e costi in aumento. Ateneo a rischio sopravvivenza"

Il rettore Maurizio Oliviero

I rettori degli atenei di Perugia, Camerino, Chieti e Pescara, L’Aquila, Macerata, Politecnica delle Marche, Teramo e Urbino Carlo Bo lanciano un grido d’allarme: la drastica riduzione del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) mina la stabilità del sistema universitario del centro Italia e minaccia il futuro delle comunità locali. "Con 41 milioni e 700 mila euro complessivi di perdite per un taglio complessivo di quasi l’8%, – dicono - le Istituzioni accademiche si trovano a fronteggiare una situazione insostenibile, ulteriormente aggravata dall’aumento costante dei costi. La rimodulazione delle voci di Finanziamento Ordinario che ha visto entrare nel Fondo risorse quali quelle destinate agli adeguamenti ISTAT e agli interventi straordinari di reclutamento di tutto il personale universitario (docente e tecnico amministrativo e bibliotecario), in precedenza finanziate con appositi decreti, ha di fatto dissimulato una riduzione del finanziamento complessivo rispetto all’anno 2023 che, indirettamente, si è rivelata significativamente maggiore di quanto annunciato dal Ministero nel recente decreto di assegnazione". I rettori, dunque, tra cui per l’Università di Perugia il professor Maurizio Oliviero, chiedono "un intervento immediato da parte del governo per ripristinare i fondi necessari a garantire la sopravvivenza delle università e per evitare un collasso del sistema universitario pubblico, che rischierebbe di compromettere il futuro dell’istruzione superiore e della ricerca in Italia. In un contesto in cui gli atenei online stanno fiorendo, le università statali devono essere sostenute. Esse non sono solo luoghi di formazione e ricerca, ma rappresentano un motore economico e culturale per i territori in cui operano, contribuendo in modo significativo allo sviluppo locale".