Anche il secondo weekend di dicembre è stato consegnato agli archivi, portando con sé un’importante mole di turisti e visitatori che hanno affollato la città eugubina, pur se in maniera leggermente minore, com’era pronosticabile, rispetto al fine settimana del 7 e 8 dicembre. D’altronde, Gubbio e Natale da anni ormai sono una formula vincente in termini di presenze e relativo introito economico per gli operatori turistici, frutto di una buona campagna marketing unita ad un’atmosfera magica, creata dalle varie attrazioni che Gubbio riesce ad offrire a chi arriva. Dai mercatini di Natale – che stanno riuscendo al meglio nonostante il cantiere a loro adiacente – fino alle luminarie esposte nelle vie del centro storico, passando per la ruota panoramica che giganteggia in piazza 40 Martiri; il tutto, ovviamente, incorniciato da quello che è senza dubbio il protagonista di queste festività eugubine: l’Albero di Natale più grande del mondo.
Come già avvenuto per il primo weekend di dicembre, però, la folla di visitatori che si è riversata a Gubbio ha causato conseguenze non esattamente positive nella circolazione locale. La città, infatti, non è attrezzata a livello logistico e infrastrutturale per sopportare una così importante concentrazione di persone (eugubini e non), soprattutto nelle vie di circolazione. Viale del Teatro Romano, via Perugina, via campo di Marte e viale Paruccini, tra le principali "arterie" di traffico eugubine, sono completamente intasate, complici, oltre all’ingente traffico, la circolazione di pullman turistici e la chiusura di piazza 40 Martiri per i vari motivi. Posto che quest’ultima condizione non è "trattabile", si può sicuramente pensare ad un piano urbanistico speciale per occasioni del genere. Permettere a tutti di poter arrivare alle pendici del centro storico si traduce in un coagulo di mezzi che congestiona la viabilità, aumentando anche l’impatto ambientale. Di conseguenza torna attuale anche la tematica dei parcheggi: una città che si professa turistica in molti aspetti a volte non riesce a darsi quel tono in più che la lancerebbe tra le mete più ambite (già lo è) ma anche tra le più comode in fatto di sistemazione, sia giornaliera che più lunga nel tempo. Uno studio in questo senso non può che far bene alla città, che può ammodernarsi sempre di più. Federico Minelli