REDAZIONE UMBRIA

Guerra di Corea, c’era un assisano all’armistizio

Il medico Fabio Pennacchi unico italiano alla cerimonia. Il nipote Zubboli ha trovato. nuove foto e documenti

Verso anniversari importanti nel segno di Fabio Pennacchi, Generale medico del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana: il prossimo anno ricorreranno i 25 anni dalla morte, i 120 anni dalla nascita e, soprattutto, i 70 dalla firma dell’armistizio tra le due Coree, il 27 luglio 1953, nel villaggio di Panmunjeom sul 38° parallelo, a confine fra i due Paesi, storico momento al quale l’assisano Pennacchi, allora Maggiore, fu l’unico italiano ammesso alla cerimonia. Una vicenda, quella che ha legato Pennacchi alla Corea – dove è stato direttore dell’ospedale 68 di Seoul dal 1951 al 1954, prestando assistenza a oltre 231.000 pazienti, militari in guerra e popolazione civile, sia della Corea del Nord che del Sud – che continua a offrire elementi e spunti. "In questi giorni, per puro caso, fortunatamente, ho scoperto, in un vecchio plico dello stesso Pennacchi, due documenti storici significativi: il documento identificativo di riconoscimento indossato dall’allora maggiore Pennacchi per partecipare, come unico rappresentante dell’Italia, alla cerimonia di armistizio fra le due Coree nel 1953 e una foto, scattata sempre quell’anno, in febbraio, ove Pennacchi appare con autorevoli personaggi dell’epoca". Lo racconta, emozionato il professor Massimo Zubboli, giornalista e scrittore, nipote ed erede di Pennacchi, autore del ritrovamento. Fabio Pennacchi partecipò a molte attività Cri, ma quella in Corea fu di certo la più importante sul piano umanitario. Per questa attività ottenne la più importante onorificenza del Governo di Seoul, la "Corea Chung Mu" e, dagli Usa, la "Freedom Medal", consessagli dal presidente Usa, Dwight David Eisenhower. Lo scorso luglio stata consegnata a Roma, alla memoria di Fabio Pennacchi, la prestigiosa Decorazione d’Onore interforze.

Maurizio Baglioni