REDAZIONE UMBRIA

Guerra Israele-Hamas, la testimonianza dei frati di Assisi: “Si sentono i boati e sirene a ripetizione”

Bandecchi: “Sarei pronto a combattere al fianco degli israeliani”. L’assessore Fioroni: “Attacco vile e vergognoso”

Ancora morte e distruzione (foto Epa/Mohammed Saber)

Perugia, 7 ottobre 2023 – Dal santuario della Flagellazione a Gerusalemme sentono suonare a ripetizione le sirene dell'allarme antimissilistico e in lontananza i boati provocati dai razzi intercettati, i due frati minori formatisi nella comunità di Santa Maria degli Angeli, alle porte di Assisi, e da anni nel Paese. Lo hanno riferito a frate Francesco Piloni, ministro provinciale per Umbria e Sardegna, che li ha contattati subito dopo l'inizio degli attacchi. "Mi hanno spiegato che la città è protetta e ma tutto è successo in maniera improvvisa, inaspettata - ha detto parlando con l'Ansa - I due religiosi che vivono a Gerusalemme si chiamano Matteo e Luca, originari di Emilia-Romagna e Abruzzo. Le sirene che sentono - ha spiegato ancora frate Francesco - sono quelle del sistema antimissilistico. Non si vedono i razzi partire ma mi hanno spiegato che poi in lontananza hanno udito i boati delle intercettazioni”.

Il santuario della Flagellazione si trova nel quartiere arabo ed entrambi i francescani "sono ben inseriti nella comunità” sottolinea il ministro provinciale. Lo stesso frate Francesco era tornato domenica scorsa dalla Terra Santa. “Nulla lasciava pensare che sarebbe successo tutto questo - assicura lui stesso - anche perché l'attacco arriva a ridosso di importanti festività ebraiche”.

"Siamo rattristati dalle notizie che vengono in queste ore dalla Palestina. San Francesco ci ha testimoniato che anche gli avversari possono scoprirsi fratelli”, è il messaggio che lanciano i frati del Sacro convento di Assisi.  “Preghiamo il Signore affinché le vie dell'ascolto reciproco e del dialogo prevalgano su armi e violenza”.

"Ancora una volta un'aggressione nei confronti di un popolo che troppo ha subito nella storia e ancora una volta, io sto con Israele”: a sottolinearlo è l'assessore regionale umbro Michele Fioroni dopo l'attacco da parte di Hamas. Che su Facebook ha pubblicato un post corredato da una foto nella quale appare accanto alla bandiera israeliana. “Un attacco vile e vergognoso quello lanciato da Hamas su Israele, nel giorno di Shabbat, il giorno della festa, il settimo giorno della radunanza” afferma Fioroni. “Una vera e propria azione militare - aggiunge -, che segue non proprio troppo casualmente l'accordo di pace tra Israele e Arabia saudita. Mi auguro - conclude l'assessore umbro - che la comunità internazionale reagisca con sdegno condannando un'azione militare che non ha attenuanti”.

"Io sto con il soldato morto e pulisco la spada. Così pensa Alternativa popolare”: è il post pubblicato sui social dal sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, a corredo di una foto in cui si vede un soldato probabilmente privo di vita estratto da un carro armato negli scontri tra Hamas e Israele. Bandecchi, leader del movimento, ha ribadito di stare “dalla parte di Israele. Perché - ha aggiunto - sono contro ogni forma di dittatura e se me lo chiedessero sarei pronto a imbracciare il fucile e combattere al fianco degli israeliani. Lo scenario che si sta profilando nel mondo ci dice che rischiamo una nuova guerra mondiale e quindi dobbiamo organizzarci per difenderci”, ha aggiunto il sindaco. Il quale, “provocatoriamente” ha tenuto a sottolineare, sostiene che “Alternativa popolare sarebbe pronta a spendere metà del pil italiano per combattere le dittature che stanno avanzando nel mondo”.

Bandecchi è anche "favorevole al ritorno del servizio militare obbligatorio da estendere anche alle donne, per un periodo di sei mesi, per poi fare degli aggiornamenti di venti giorni ogni due anni”.

"Sono per il ritorno del servizio militare - spiega - perché temo che l'esercito di élite che oggi abbiamo non sia sufficiente per contrastare un eventuale attacco di qualche dittatore. Sono un uomo moderato e di pace, ma non chiedetemi di porgere l'altra guancia - ha concluso Bandecchi - perché a un'azione corrisponde, per me, sempre una reazione ed è per questo che ci dobbiamo preparare per difendere ad ogni costa la democrazia e la nostra libertà”.