REDAZIONE UMBRIA

Hotel ’Subasio’, la storia infinita: "La riapertura slitterà di nuovo"

Assisi, la Lega attacca: "Calato il silenzio sui fondi del Pnrr". Il caso-infiltrazioni e 16 milioni in ballo

Riapertura dell’Hotel Subasio nel 2025? Il percorso è ancora in salita. In consiglio comunale si è tornati a parlare dello storico albergo con vista su San Francesco, di proprietà della Casa di Riposo "Andrea Rossi" al centro di una vicenda complessa. Vicenda sulla quale Francesco Mignani e Jacopo Pastorelli, consiglieri comunali del gruppo misto avevano presentato un’interrogazione evidenziando come, nel marzo di quest’anno, nel corso di una seduta straordinaria dell’Osservatorio regionale sulle infiltrazioni mafiose e l’illegalità in Umbria, l’amministrazione comunale aveva parlato dell’apertura dell’Hotel Subasio nel 2025 grazie ai fondi del Pnrr. Poi il silenzio.

Le speranze, è emerso dalla risposta di Stefania Proietti, sono legate al bando di manifestazione d’interesse per accesso a fondi Pnrr al quale la Casa di Riposo, assistita dal Comune di Assisi, ha partecipato, con scadenza a fine agosto 2022. "Un’occasione imperdibile – ha sottolineato Proietti -, con Cassa depositi e prestiti che ha comunicato le condizioni di acquisizione per la costituzione del diritto di superficie sull’hotel Subasio (che non è alienazione del bene nel rispetto delle volontà testamentarie di Andrea e Violante Rossi) determinato in 3 milioni 600mila euro nonché un progetto di investimento stimato di oltre 16 milioni per ristrutturare con alta qualità di ricettività". Si attendono dunque sviluppi, con la Proietti che non ha mancato di evidenziare la lunga vicenda, da quando nel 2016 emerse che il gestore del Subasio era stato raggiunto con successiva revoca della licenza e l’inizio di un lungo iter giudiziario della Casa di Riposo, e solo nel 2019 il rientro in possesso delle chiavi. Con tutto quel che n’è comportato in termini economici per la Casa di Riposo Con l’appello a vigilare contro la mafia "che entra, entra anche dentro gli enti pubblici e noi dobbiamo avere sempre il dovere di denunciarla anche se facilmente si buttano le colpe sugli enti pubblici". "Di certo per il 2025 la riapertura non avverrà – chiosano Mignani e Pastorelli -, con ripercussioni negative per la città non solo sociali ma anche economiche ed occupazionali".