I condizionatori arrancano. Corte d’appello in ’crisi’ : "Comprare quelli portatili"

I dipendenti alle prese con un impianto in difficoltà già da un anno. Decisa una procedura d’urgenza per tutelare meglio il personale .

I condizionatori arrancano. Corte d’appello in ’crisi’ : "Comprare quelli portatili"

I condizionatori arrancano. Corte d’appello in ’crisi’ : "Comprare quelli portatili"

Non solo i lavoratori che operano all’aperto soffrono tremendamente il caldo di questi giorni. Anche chi sta al chiuso arriva al punto di non sopportare il calore, soprattutto se l’impianto di condizionamento è in tilt da diverso tempo.

E così ieri la Corte d’appello di Perugia, facendo ricorso ad una procedura di emergenza, ha acquistato dei condizionatori portatili dopo che giovedì alcuni dipendenti, che hanno la loro postazione di lavoro al terzo piano del palazzo del Capitano del Popolo, hanno fatto presente il cattivo funzionamento dell’impianto di condizionamento (ormai da un anno, ndr) e la situazione di disagio che stanno affrontando per le elevate temperature registrate negli ultimi giorni.

Il tutto anche perché è stata effettuata la rimozione delle persiane. Un mix insopportabile al punto che è stata decisa una procedura d’urgenza per la tutela e la sicurezza dei lavoratori e il buon funzionamento di un servizio come quello della Giustizia.

L’Ufficio - si legge in una nota della Corte di appello - si è immediatamente attivato facendo ricorso ad una procedura di emergenza e i condizionatori portatili nella giornata di ieri sono stati installati. Vi è stata pertanto una tempestiva risoluzione del problema che si era creato proprio nell’ottica di una particolare attenzione per la tutela del diritto alla salute dei lavoratori e del benessere lavorativo". Nella stessa nota si ricorda che "l’Ufficio aveva già segnalato, nel marzo 2023, al ministero competente, il non adeguato funzionamento dell’impianto di condizionamento, che nel tempo è andato peggiorando e nonostante i solleciti, non vi è stata, ancora oggi, alcuna risposta".

"La necessità di rimuovere le finestre del terzo piano - si legge ancora - è stata determinata dalla vetustà delle stesse e dal pericolo che potevano rappresentare per la pubblica incolumità. Anche rispetto alla sostituzione delle suddette persiane, l’ufficio si è interfacciato varie volte, anche tramite la Conferenza permanente, con il Provveditorato alle opere pubbliche, che dal 2018 ha stipulato un contratto di appalto, comprensivo anche di detti lavori, ad oggi ancora non avviato".

Insomma, una serie di ritardi e disfunzioni che andrebbero colmate alla svelta. Per il bene di tutti.