MICHELE NUCCI
Cronaca

I conti di Umbria Jazz. Regione, severo richiamo: "Adesso stop ai prestiti"

Situazione debitoria eccessiva per la Fondazione: rischio sull’equilibrio economico. E l’Esecutivo ’costretto’ a rimpinguare il finanziamento con altri 320mila euro. .

Veronica Swift sul palco di Umbria Jazz a Perugia nell’edizione dello scorso anno (Crocchioni)

Veronica Swift sul palco di Umbria Jazz a Perugia nell’edizione dello scorso anno (Crocchioni)

Nonostante l’approvazione del bilancio d’esercizio 2024 e del preventivo economico 2025 da parte della Regione, la Fondazione Umbria Jazz si trova ad affrontare una situazione finanziaria tutt’altro che rosea. Il documento approvato dalla Giunta regionale evidenzia infatti una serie di criticità strutturali, in particolare sul fronte della liquidità, che mettono a rischio – se non affrontate – l’equilibrio economico-finanziario dell’ente che organizza uno dei festival di musica più importanti al mondo. Un lavoro impegnativo per il nuovo Cda della Fondazione appena insediato e che vede alla guida il presidente Stefano Mazzoni. La vecchia gestione, insomma, dal punto di vista economico, qualche "magagna" l’ha lasciata.

Il dato più allarmante, come riporta la determina di Giunta numero 275 di marzo, è rappresentato dal cash flow operativo negativo (la cassa, insomma) per 448.363 euro nel 2024, nonostante l’apparente solidità rappresentata dall’utile d’esercizio (17.544 euro). Un saldo positivo ottenuto solo grazie all’anticipazione bancaria di 500.000 euro, non ancora rimborsata al 31 dicembre e che, di fatto, si è trasformata in nuovo debito. Una dinamica già vista nel 2020, quando la Fondazione contrasse un prestito a lungo termine da 600.000 euro.

"A lungo termine, in assenza di azioni mirate ad una più efficace gestione finanziaria, si potrebbe determinare una situazione di eccessivo indebitamento con ulteriori effetti negativi e sull’equilibrio economico-finanziario della Fondazione" scrive la dirigente regionale nella relazione all’Esecutivo. A fronte di un valore della produzione in calo del 4% e un utile quasi azzerato rispetto al 2023 (-87%), l’aumento del costo del personale (+16%, dovuto alla messa a regime del direttore generale avvenuta nel 2024) e l’incremento dei costi per godimento di beni di terzi (+6,8%) risultano difficilmente sostenibili.

Dal lato delle entrate va detto che la previsione per quest’anno è di circa 300mila euro in meno (2,1 milioni) con i contributi pubblici che restano la principale fonte di finanziamento. Tuttavia su questo aspetto, il documento segnala uno scostamento tra le previsioni della Fondazione (720.000 euro dalla Regione) e quanto effettivamente stanziato nel bilancio regionale (400.000 euro), con la copertura completa subordinata a variazioni di bilancio.

E qui infatti c’è un impegno della Giunta a incrementare il contributo di 320mila euro. Una condizione che pone ulteriori pressioni sulla programmazione degli eventi futuri e sulla certezza delle risorse disponibili. La Regione, in definitiva, ha raccomandato alla Fondazione un monitoraggio costante dei conti, sottolineando che non saranno previsti ulteriori interventi finanziari straordinari. In assenza di una ristrutturazione efficace del modello di gestione e di una maggiore capacità di autofinanziamento, il rischio di una crisi di liquidità conclamata resta insomma concreto.

Michele Nucci