L’Umbria è al quinto posto in Italia per entità di donazioni Art Bonus – con un totale di 18 milioni e 544mila euro – e al settimo per numero di interventi. Il capoluogo, grazie alla generosità dei mecenati (imprenditori, associazioni, ma anche singoli cittadini) ha visto rinascere l’Arco Etrusco, la Cappella degli Oddi, l’Acquedotto, portali, fontane, pozzi, edicole, statue, monumenti, giardini, tele ma anche opere del patrimonio librario conservate alla Biblioteca Augusta. Quest’anno Art Bonus compie 10 anni. Il bilancio su questo straordinario programma italiano di mecenatismo privato sarà tracciato lunedì nella sede della Fondazione Perugia. Occasione anche per celebrare uno strumento di successo che in un decennio di vita ha consentito il restauro e la valorizzazione di migliaia di beni culturali su tutto il territorio nazionale, oltre alla realizzazione di eventi, festival e progetti formativi.
"L’Art Bonus, istituito nel 2014, – ricorda la Fondazione – consente un credito di imposta pari al 65% dell’importo donato a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano. Non solo restauri: oltre agli interventi di manutenzione e protezione di beni culturali pubblici, è possibile sostenere anche festival, eventi e altre attività di istituti culturali, fondazioni lirico sinfoniche, teatri di tradizione e altri enti dello spettacolo". L’incontro di lunedì, aperto a tutti, sarà dunque un momento di riflessione sui benefici dello strumento per la comunità e la regione, con testimonianze dirette e informazioni procedurali e normative. Il dibattito sarà moderato da Giovanna Giubbini, segretario regionale MiC per l’Umbria, presenti tra gli altri Alcide Casini, presidente di Fondazione Perugia, l’assessore alla cultura Marco Pierini e Carolina Botti, direttore Ales Spa e referente Art Bonus del MiC. Si parlerà anche del successo di Art Bonus. "Successo – spiega Simona Cortona, responsabile del progetto per il Municipio perugino - legato anche alla promozione di una immagine diversa dei beni storici e del donatore. Quest’ultimo, non solo grande mecenate, ma piuttosto cittadino attivo, membro di una comunità che responsabilmente si occupa del patrimonio pubblico. Non è un caso che l’Art bonus, negli ultimi anni, abbia visto un numero crescente di mecenati individuali (non solo dunque aziende e fondazioni), che testimonia la grande attenzione verso il bello collettivo".
Silvia Angelici