I lavoratori dello spettacolo chiedono tutele e avanzano proposte e richieste per la ripartenza. Dopo la terribile crisi che ha colpito il settore, la Terza Commissione della Regione, presieduta da Eleonora Pace, ha ascoltato ieri in audizione il Coordinamento attrici, attori, danzatrici, danzatori Umbria Uniti sulla difficilissima situazione che si trovano a vivere per l’emergenza coronavirus. A spiegare gli interventi sempre più necessari sono stati Massimiliano Burini e Carolina Balucani (nella foto), in rappresentanza del Comitato e dall’audizione è emersa la necessità di tutelare i lavoratori del mondo dello spettacolo, rimasti scoperti da qualsiasi tipo di sostegno. Serve poi la la revisione della legge regionale 17 del 2004 sullo spettacolo, l’istituzione di un tavolo permanente di confronto con imprese, lavoratori e istituzioni ma anche la costituzione di un albo regionale dei lavoratori dello spettacolo e una programmazione 2020-2021 che consenta di far ripartire il settore, attualmente fermo, puntando sul coinvolgimento delle imprese del territorio. L’analisi è impietosa: la ripartenza prevista il 15 giugno non è stata reale - si è detto - ha ridotto i costi dedicati al personale e aggravato addirittura la situazione. Perché le regole fissate comportano una drastica riduzione del lavoro e per i più piccoli è impossibile riaprire. Si stima che il 70% lavoratori rimarrà senza lavoro, in un settore che occupa oltre 4mila lavoratori dello spettacolo precari. Compatte le posizioni di tutte le forze politiche: tutti concordi che la cultura non deve essere sostenuta ma deve essere un investimento, un volano per lo sviluppo economico e per il turismo e che servono interventi unitari e urgenti. Il prossimo step sarà un incontro tra il coordinamento e l’assessore regionale alla cultura Paola Agabiti.
CronacaI lavoratori dello spettacolo tra crisi e ripartenza "Siamo senza tutele. Ecco le nostre richieste"