I nodi della sanità umbra. Salta la "tredicesima-bis". ’Se ne riparla a gennaio’

L’indennità di vacanza contrattuale (mille euro) dovrebbe essere pagata entro la settimana, ma i segnali che arrivano da ospedali e Asl non confortano.

Perugia, 12 dicembre 2023 – Si chiama "Indennità di vacanza contrattuale" (Ivc), una sorta di "tredicesima bis" per i dipendenti pubblici, che dovrebbe essere erogato tra il 15 e il 18 dicembre.

Indennità che riguarda anche tutto il comparto sanitario umbro (10mila persone) che rischia però di andare in fumo (almeno per il momento). E serpeggia grande preoccupazione tra medici e infermieri ad esempio all’Azienda ospedaliera di Perugia (oltre 2.500 sipendenti), dove a quanto pare verrà tutto rinviato al prossimo anno.

Si tratta in pratica di una somma che è l’anticipo dell’Ivc in attesa di rinnovare i contratti collettivi. Tecnicamente, si tratta del pagamento anticipato dell’Ivc di Dicembre (oggi limitata allo 0,5% dello stipendio tabellare) che viene moltiplicata prima per 13, che definisce l’importo annuo, e poi per un coefficiente pari a 6,7. Per gli infermieri e gli operatori sanitari si tradurrebbe in una cifra media di circa mille euro. "Dopo l’approvazione, ovvero, in fase applicativa sono emersi i problemi relativi all’erogazione dei 2 miliardi di euro previsti – fa notare il Nursind, sindacato degli infermieri –. Mentre per i dipendenti pubblici in servizio nel comparto delle funzioni centrali (Ministeri, Inps, Inail e simili) il contributo viene direttamente erogato dallo Stato, per i dipendenti di altri comparti (sanità, enti locali) è demandato alle singole Regioni in base alle proprie situazioni finanziarie, in quanto nel comma 3 della norma viene espressamente detto “con oneri a carico dei propri bilanci”".

E datti i tempi strettissimi e il bilancio rigido della Regione, sarà molto difficile per le Aziende sanitarie e ospedaliere trovare la copertura e rispettare gli equilibri di bilancio. Anche perché da quantoi trapela l’Ivc non sarà versata a gennaio, ma distribuita a rate nei 12 mesi del 2024. "Crediamo che ancora una volta le aspettative degli operatori sanitari saranno tradite e deluse – continua il Nursind –. Ed inoltre, pur ipotizzando di superare il problema delle risorse a bilancio, si deve tener conto dei limiti previsti dalla normativa vigente. Di fatto, al contrario di quanto può avvenire per la spesa storica di un’azienda non è possibile sterilizzare gli arretrati del contratto, per cui la messa in bilancio (2023) di tali somme inciderebbe in maniera significativa sulla propria capacità di future assunzioni".