"I nostri prodotti sanno di condivisione". Gli orti sociali sono una palestra di vita

Grande successo dell’iniziativa gestita da “La Rondine a Maccarello“: un polmone “verde“ molto apprezzato

"I nostri prodotti sanno di condivisione". Gli orti sociali sono una palestra di vita

"I nostri prodotti sanno di condivisione". Gli orti sociali sono una palestra di vita

"I prodotti della terra che vengono coltivati qui e poi raccolti hanno un altro sapore, quello della condivisione", dicono i ragazzi impegnati in questo progetto molto green. Verdure solidali agli orti "sociali" dove nei pomeriggi di primavera o d’estate tanti anziani e persone con disabilità condividono esperienze di vita in comune. Alle porte della città un’ampia area destinata alle coltivazioni di ortaggi e piccoli alberi da frutta diventa una vera e propria palestra di vita e integrazione sociale, multietnica e culturale. Il terreno, di proprietà comunale si compone di 124 appezzamenti di 100 metri quadrati ciascuno assegnati attraverso precise regole e disposizioni. La gestione è affidata alla cooperativa “La Rondine a Maccarello“ che ha sempre creduto nei valori dell’agricoltura sociale attraverso laboratori iniziati già dal 2013. Luca Varzi, Marco Bini, Giorgio Ascani e Mirko Pietosi, assegnatari di due appezzamenti di terreno da parte del comune, rappresentanti della Cooperativa sociale “La Rondine a Maccarello“, il lunedì, martedì e giovedì, sotto lo sguardo vigile degli operatori Giacomo Augusto Cacciatori e Luca Montanucci, seguono tutta la produzione mettendo in pratica le competenze acquisite accettando i consigli dei più esperti anziani che animano il polmone verde “bio“ della città tanto caro alla comunità locale.

Qui si favorisce anche lo scambio intergenerazionale con gli anziani assegnatari dei terreni, 90 uomini, in media ultrasettantenni e 34 donne che stanno sempre più diventando protagoniste. "Abbiamo introdotto la possibilità di una gestione esterna degli orti, in questo caso alla cooperativa La Rondine a Maccarello per ottimizzare anche l’utilizzo delle risorse che il comune mette a disposizione annualmente", spiega l’assessore Benedetta Calagreti. "L’affidamento degli orti sociali per noi è molto importante perché ci vede ancora una volta protagonisti della comunità attraverso uno scambio intergenerazionale", proseguono Luciano Veschi e Marco Romanelli della cooperativa. Il progetto degli orti sociali, uno dei primi in Italia, risale agli anni ’80, all’allora sindaco Giuseppe Pannacci, che insieme al consiglio comunale dell’epoca e con il lavoro del dirigente Ivano Alunni e di Gualtiero Angelini (alla cui memoria sono intitolati) furono artefici della creazione di questo prezioso spazio green.