Qualcuno ha sbagliato e per questo serviranno altri 2,5 milioni per completare il progetto dei palazzi della vergogna di Ponte San Giovanni che sono in corso di demolizione. A certificarlo è la delibera 341 della Giunta comunale di giovedì scorso, nella quale viene messo nero su bianco che è necessario aggiornare il progetto definitivo, con la demolizione integrale anziché parziale dei due "mostri" dell’area ex Palazzetti. Una scelta dettata da "ragioni di stabilità e sicurezza". Il tutto per un aumento dei costi pari a due milioni e mezzo di euro, a carico di Ater, che è il soggetto attuatore del progetto.
Secondo l’Agenzia regionale per l’edilizia residenziale queste anomalie sono da "inquadrare come vizi di natura occulta, mai emersi né durante le operazioni di rilievo né durante l’esecuzione dei numerosi saggi eseguiti". Una sorpresa bella e buona a dire dell’Ater, scoperta durante la demolizione.
La Giunta, nella delibera, spiega appunto che rispetto a quanto previsto inizialmente il costo complessivo è "considerevolmente aumentato". La realizzazione dell’intera opera è stata a questo punto divisa in due stralci: il primo è quello più importante da 24,8 milioni, mentre per il secondo da 3,5 milioni le risorse sono "in corso di definizione" e arriveranno in parte dai Fondi europei della programmazione 2021-2027 e sarà sempre l’Ater tramite la Regione a doverle reperire, operazione che non è chiaro in quanto tempo andrà in porto. Sempre tenendo conto del fatto che il tutto dovrà essere completato nel 2026, proprio per rispettare le scadenze del Pnnrr. ll progetto, che interesserà i quattro edifici esistenti e le relative aree di pertinenza, è ispirato ai principi della sostenibilità (ambientale, economica e sociale) ed è fondato su cinque azioni sinergiche: demolizioni chirurgiche, innesti strategici, connessioni diffuse, integrazione sociale, efficientamento energetico. In tal sensoil progetto prevede dopo le demolizioni la costruzioni di una serie di residenze speciali, realizzate con tecnologie leggere e contrassegnate da un’elevata classe energetica, nonché ad ampie aree pedonali pubbliche nelle quali insediare una molteplicità di attività capaci di garantire l’effetto-città, favorendo l’integrazione sociale e generazionale.