di Sara Minciaroni
"Furono i sindaci a svendere la sanità al Trasimeno. Abbiamo perso tutto quando rinunciarono al progetto dell’ospedale unico". Enzo Ronca è stato consigliere regionale dal 2005 al 2010: il Piano Sanitario regionale 2009-2011, ancora vigente dopo quasi 13 anni dalla sua approvazione sotto la giunta Lorenzetti, è stato scritto quando lui era presidente della commissione sanità. Ha presieduto il tavolo dove si giocava la pianificazione sanitaria per almeno 30 anni in Umbria... "Ci osservavano a livello nazionale, stavamo mettendo in pratica il modello "Hub e spoke" prevedeva le due alte specializzazioni di Perugia e Terni, gli ospedali intermedi (come Castello, Orvieto, Foligno) e le strutture territoriali: GubbioGualdo era già operativo, TodiMarsciano si stava inaugurando e poi c’era il progetto esecutivo per un nuovo ospedale Città della PieveCastiglione del Lago e ultimo in ordine di realizzazione NarniAmelia".
Cosa prevedeva il progetto per il Trasimeno?
"A Città della Pieve il centro disturbi alimentari (che c’è infatti) e un centro per le malattie legate all’alcolismo più una Rsa. Per Castiglione del Lago una parte del vecchio ospedale doveva essere alienata (per circa 6 milioni di euro) c’erano già contatti per venderla. La palazzina centrale sarebbe diventata il nuovo distretto sanitario. Il nuovo ospedale sarebbe sorto a Villastrada, in territorio castiglionese ma a due passi dalla Pieve, accanto alla ferrovia con un progetto interessante di collegamenti, avrebbe raccolto un bacino anche della Toscana fino alle porte di Perugia".
E poi?
"Venne realizzato il progetto, costò un milione di euro. Erano state individuate le risorse con piena copertura finanziaria per 34 milioni di euro era nel piano delle opere triennali. Posti letto previsti 110120. C’era rimasto da fare la gara europea e l’esproprio dei terreni. Lo posso immaginare, quello che è successo... in cambio di questa struttura la nuova direzione promise il potenziamento delle strutture territoriali con il potenziamento dei servizi nei vari comuni, bottino ricco per i sindaci di allora e la politica a corto raggio".
Perché parla solo oggi?
"Poco dopo la fine del mio mandato mi invitarono in radio a parlare di sanità fu la prima volta che sentì dire, "non ci sono le risorse, non ci sono i soldi per l’ospedale" erano il sindaco Batino e Manganello era il 2010 a due mesi da fine legislatura. Eppure poco prima avevamo fatto un’assemblea a Villastrada dove eravamo andati a dire che stavamo per mettere la prima pietra. Mi sono sentito colpito anche personalmente, il mio cuore batte a sinistra ma capivo che era stata una mossa per interesse, per le poltrone. Si sta per discutere il nuovo piano sanitario regionale, il Comitato per la Salute art. 32 mi ha contattato e ho fornito le informazioni che avevo. Penso che sia un buon momento per ridiscuterne. Quel progetto esiste, basta riaccenderlo".