REDAZIONE UMBRIA

I tormenti dei figli nelle separazioni : "Non vengono visti dai genitori"

L’esperienza di Monica Velletti, giudice della prima sezione civile, alla presentazione del libro dell’Agia

Monica Velletti, nella foto tratta da garanteinfanzia.org

Monica Velletti, nella foto tratta da garanteinfanzia.org

Nelle separazioni i figli "non vengono visti". Così Monica Velletti, presidente della prima sezione civile del Tribunale di Terni. "Grazie a tutti per dare voce ai bambini più piccoli. In Tribunale la voce dei ragazzi è filtrata da figure specialistiche. A differenza del passato nelle aule di giustizia, oggi c’è l’ascolto del minore in caso di separazioni giudiziarie, dove appunto i genitori non sono riusciti da soli a contemperare il conflitto e quindi sentiamo i minori dai 12 anni in su". Lo afferma la dottoressa Velletti durante la presentazione del volume curato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia) dal titolo ‘Perchè proprio a me’. "Questi minori ci dicono le cose che sono riportate nel libro- spiega Velletti all’agenzia Dire -, ‘che non ce la fanno più a vivere nel conflitto’, ‘che vogliono bene sia a mamma che papà’ e che ‘sono entrambi: belli, buoni e simpatici’ descrivendoli allo stesso modo ma anche che è ‘brutto sentirsi diviso a metà’". "Nel caso di genitori con dipendenze - prosegue ancora il giudice in servizio a Terni – da droga, ludopatie e altro è facile per un giudice (decidere, ndr), ma nelle coppie con conflittualità è difficile far prevalere il benessere del bambino". "Ogni cosa diventa una ‘lotta’ a scapito del minore" – spiega ancora la presidente della prima sezione civile – Persino la gita scolastica diventa un problema perché entrambi i genitori, ognuno dalla propria parte, credono di essere nel giusto. Alla fine finisce che i figli ‘non vengono visti’. Una volta mi è capitato che a un bambino è stato diagnosticato l’autismo in Tribunale, attraverso esperti, mentre i genitori credevano che il suo ‘stato’ fosse causato dal comportamento dell’altro genitore". Ma l’ascolto nelle aule di un minore può essere ‘condizionato’ dal fatto appunto di essere in Tribunale come ricorda Velletti, che conclude: "Il bimbo o il ragazzo è cosciente di essere davanti ad un giudice e quindi di essere in un contesto formale. Sa benissimo che ciò che dichiara è verbalizzato.Non è un confessionale e i ragazzi ascoltati dai giudici lo sanno bene e ne possono essere ‘condizionati". "La separazione non è innocua per un bambino perché va a incidere sul suo bisogno di sicurezza. Fa emergere paure, interrogativi, incertezze e altri stati d`animo ai quali abbiamo voluto dare voce – dice la garante Carla Garlatti – Lo abbiamo fatto in collaborazione con il Consultorio familiare dell`Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, con una pubblicazione che contiene una selezione di disegni e frasi dei piccoli che hanno partecipato ai gruppi di parola".

Ste.Cin.