Mai vista tanta gente per il 25 Aprile in Borgo XX Giugno. Già l’anno scorso, dopo l’avvento del Governo Meloni, il popolo antifascista era arrivato in massa per celebrare la Liberazione. Ieri, però, i numeri erano davvero alti, un migliaio di persone come minimo. La campagna elettorale ha il suo peso non c’è dubbio, ma la città si è dimostrata senza dubbio sensibile a questo appuntamento che da alcuni anni – in verità da quando governa il centrodestra – appare molto più sentito.
Così ben prima dell’inizio della commemorazione dei caduti, a due passi da porta San Pietro, la strada è ricolma di gente. Tante le bandiere: da quelle italiane, a quelle dei sindacati, poi c’è che si è portato quella di Cuba o della Palestina. Variegato il mondo dei presenti: tanti giovani è vero, ma anche molte ‘teste bianche’, ex politici, ex amministratori, sindacalisti, candidati a sindaco e al Consiglio comunale. Qualche attimo di tensione all’arrivo del corteo delle auto delle autorità: un gruppo di giovani inneggia contro il popolo fascista. Tempo trenta secondi, però, e tutto rientra. Dalle auto blu scendono i rappresentanti delle istituzioni: oltre a militari e polizia, la curiosità è nel vedere chi c’è e chi manca. La Giunta comunale è quasi al completo (mai visti tanti assessori): oltre al sindaco Andrea Romizi, c’è il vice Gianluca Tuteri, gli assessori Leonardo Varasano, Edi Cicchi, Gabriele Giottoli, Luca Merli e Margherita Scoccia nella veste anche di candidata a sindaco. Per alcuni di loro è il primo appuntamento. C’è il presidente dell’Assemblea regionale, Marco Squarta, l’assessore regionale Michele Fioroni, la delegata della Provincia Erika Borghesi (il sottosegretario Emanuele Prisco, l’anno scorso presente a Perugia, quest’anno era a Todi). E poi consiglieri comunali e regionali di entrambi gli schieramenti. Tutti presenti, tranne Davide Baiocco, i candidati sindaci: oltre a Scoccia ci sono Vittoria Ferdinandi, Massimo Monni e Leonardo Caponi. E poi gli ex sindaci Renato Locchi e Wladimiro Boccali.
Prima che Romizi parli (il suo intervento nell’articolo a lato), la gente intona Bella Ciao (lo farà come al solito anche alla fine) e poi si mette all’ascolto di Mirella Alloisio, la partigiana 98enne, che ancora una volta non è voluta mancare all’appuntamento. "Ho applaudito il nostro sindaco – ha detto – che negli anni è progredito: d’altra parte le sue origini sono ‘importanti’. Sua nonna era mia compagna di classe e condivideva le iniziative che io prendevo". Alloisio ha criticato l’ipotesi che possa tornare il servizio di leva obbligatorio e ha lanciato un messaggio: "Dalla città di Aldo Capitini diciamo al nostro Governo di farsi promotore della pace in tutti i luoghi dove c’è la guerra". Applausi sentiti e di nuovo Bella Ciao per chiudere.
Michele Nucci