REDAZIONE UMBRIA

Il bilancio della Guardia di Finanza. Recuperati dieci milioni di evasione. Lotta a corruzione e nuove mafie

Le Fiamme gialle tracciano l’attività svolta nel 2024: individuati oltre 200 lavoratori irregolari. Massima attenzione alle infiltrazioni della malavita organizzata. "Da qui collegamenti pericolosi".

I vertici della Guardia di Finanza dell’Umbria durante l’incontro di ieri mattina

I vertici della Guardia di Finanza dell’Umbria durante l’incontro di ieri mattina

Il "classico" ambito del contrasto all’evasione fiscale, i controlli sulla spesa pubblica con particolare riferimento all’impiego dei fondi del Pnrr, e la lotta alla criminalità economico finanziaria. Sono gli ambiti sui quali si è concentrata, come disposto dal comando generale, l’attività del comando provinciale di Perugia della Guardia di finanza, guidato dal colonnello Carlo Tomassini. Dieci milioni di euro "riportati" nelle casse dell’Erario dopo i controlli anti evasione e frode fiscale, un totale di 560 interventi nel 2024. L’individuazione di 118 evasori totali, 118 lavoratori in nero e 82 irregolari.

Nel contrasto alle frodi e all’evasione, anche i controlli nelle strutture ricettive per individuare operatori irregolari o abusivi. Azione in coordinamento con le principali associazioni di categoria, che ha evidenziato decine di irregolarità di vario tipo, 10 le persone denunciate per non aver comunicato le generalità degli ospiti. Sono, inoltre, 9 i milioni di euro recuperati per crediti di imposta percepiti indebitamente. Nell’ambito del controllo alla spesa pubblica, sono 4 i milioni segnati alla Corte dei conti come danno erariale conseguenza di responsabilità amministrativa. Diverse, viene segnalato dal comando provinciale, le indagini avviate per ipotesi di corruzione tra cui quella che ha interessato un ex amministratore della Sogepu, azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti in Alto Tevere, a cui sono stati contestati 750mila euro di presunta tangente, coperta, secondo l’accusa, da consulenze mai effettuate. I controlli sul reddito di cittadinanza sono stati 160, 90 le irregolarità accertate, 57 le persone denunciate. Tra bonus percepiti irregolarmente e ancora non riscossi, si arriva alla cifra di 5.376.000 euro "bloccati" dalla Gdf. L’attività della Finanza si è focalizzata anche sulla minaccia della criminalità organizzata. Indagini che confermano come non ci sia un radicamento stabile, ma, viene rilevato il collegamento in particolare con ‘ndrine calabresi e gruppi camorristici nel tessuto economico locale, caratterizzato da molte piccole e medie imprese. L’interesse, in particolare, secondo le verifiche delle fiamme gialle, è per il settore edile e la ricostruzione post terremoto nello specifico. In questo contesto si inserisce il sequestro di 1,5 milioni di euro a un imprenditore pugliese, ritenuto pericoloso socialmente e coinvolto in procedimenti per reati tributari e riciclaggio.