
Il buco della “Montana“ Otto milioni da coprire "Dovranno farlo i Comuni"
La Giunta regionale ha deciso quale strada prendere per risanare il bubbone della Comunità Montana Trasimeno-Medio Tevere: il commissario procederà alla liquidazione di ogni singola Comunità montana e con la costituzione, tramite eccedenze, del fondo patrimoniale vincolato che sarà indispensabile per abbattere il mostruoso buco del Trasimeno (che era di oltre 19 milioni). Ma – e qui c’è la novità deliberata ieri – il debito ulteriormente residuo della vecchia ’Montana’ (stimato in 8,5 milioni) se riconducibile in maniera certa sarà attribuito al singolo Comune che lo ha generato, se indistinto invece ripartito tra i Comuni che compongono quella Comunità montana e cioè: Castiglione del Lago, Città della Pieve, Collazzone, Corciano, Deruta, marsciano, Paciano, Panicale, Passignano, Piegaro, Torgiano e Tuoro. Questi sono quelli che rischiano di vedersi aprire nei propri bilancio vere e proprie voragini che andranno coperte. In verità, una ventina di giorni fa, la presidente Donatella Tesei in una conferenza stampa aveva anticipato insieme al liquidatore Fabrizio Vagnetti alcune mosse. La via di uscita per ripianare i debiti con la modifica nel 2018 alla legge regionale del 2011, infatti, è stata quella di introdurre il "fondo patrimoniale vincolato" nel quale confluiscono i beni residui dopo la liquidazione. Facendo quindi somme e sottrazioni, attingendo a questo fondo, per la Comunità montana Trasimeno-Medio Tevere si stima comunque un disavanzo di otto milioni e mezzo di euro. La situazione delle Comunità montane è dunque diversa, con tre (Comunità dei monti Martani Serani e Subasio, dell’Orvietano Narnese Amerino e Tuderte ed anche della Valnerina) che presentano situazioni positive, la Valnerina con uno sbilancio di 232mila euro e la Trasimeno con un deficit molto pesante. "Una asimmetria sul profilo finanziario che è frutto di comportamenti e scelte politiche opinabili, con chiare responsabilità" è stato detto ribadito in più occasioni. Tant’ è che la Corte dei Conti ha chiesto cospicua documentazione. Nella sua relazione il commissario Vagnetti ha evidenziato le grandissime difficoltà di procedere alla riscossione dei crediti, alla venfita degli immobili e della risoluzione dei contenziosi. Non a caso, la voce più pesante nel Fondo costituito è quella di finanziamenti e mutui che ammontano a oltre 22 milioni, più 6,8 di altri debiti.
Michele Nucci